Le Playstation col bonus cultura: negoziante nei guai

Maxi sequestro di 530mila euro per l’anziana commerciante: era in attività con i figli .

Le Playstation  col bonus cultura:  negoziante nei guai
Le Playstation col bonus cultura: negoziante nei guai

Play station e smartphone con il bonus cultura, sequestrati beni per 530 mila euro a un’anziana commerciante jesina, già condannata a otto mesi (pena sospesa) e a persone a lei riconducibili. La commerciante, in attività con i figli, favoriva l’illecito utilizzo del "bonus cultura" consentendo con esso l’acquisto di telefonini e play station e pc. Il comando provinciale di Ancona, a seguito della condanna per indebita percezione di erogazioni pubbliche, ha confiscato due immobili, conti correnti e 140mila euro in contanti. Confiscati depositi bancari, immobili e contanti all’anziana imprenditrice jesina.

Si tratta dell’atto conclusivo dell’operazione "18App" già emersa negli anni scorsi e portata a termine dai finanzieri della compagnia di Jesi, operazione nel corso della quale è stato smascherato un artificioso sistema di frode con cui l’esercizio commerciale coinvolto aveva ottenuto ingenti rimborsi relativi ai ‘’bonus cultura’’ spesi da migliaia di diciottenni. Circa 2.500 giovani con la complicità dell’impresa, avevano nel tempo comprato prodotti elettronici come computer, smartphone e tablet, non rientranti nelle categorie previste dalle condizioni di utilizzo del bonus che prevedeva, invece, il solo acquisto, ad esempio, di biglietti per cinema, teatri, concerti, eventi culturali, musei, monumenti e parchi archeologici, nonchè musica, libri e prodotti dell’editoria audiovisiva. L’attività di polizia giudiziaria svolta, inoltre, ha portato alla contestazione di sanzioni amministrative di oltre 2 milioni e 700mila euro sia nei confronti dei giovani coinvolti che dell’imprenditrice, la quale era stata segnalata alla Procura assieme all’altro socio, il figlio, per il reato di indebita percezione di erogazioni pubbliche.

A seguito della sentenza di condanna, l’autorità giudiziaria dorica ha emesso un provvedimento di confisca eseguito dalle Fiamme Gialle jesine che, attraverso complesse ricostruzioni patrimoniali, hanno assicurato all’Erario depositi bancari, immobili e contanti per un importo di circa 530mila euro, dei quali 140mila ritrovati all’interno di una cassetta di sicurezza intestata ad una terza persona, estranea ai fatti, ma nella disponibilità degli imprenditori. L’operazione svolta dai militari della Guardia di Finanza rientra nelle molteplici attività che vedono il corpo in prima linea nella prevenzione e repressione degli illeciti in materia di spesa pubblica, al fine di garantire il corretto impiego, secondo gli scopi previsti dalla legge, delle risorse destinate alla collettività.