"Le scosse mettono paura Avevano preso il piano"

Manuela Ceresani, dirigente del penitenziario: "Non potevamo accogliere le loro richieste. Alcuni di loro avevano chiesto di accedere al campo sportivo"

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"Il terremoto ha fatto paura a tutti, posso capire la loro preoccupazione, ma è chiaro che non potevamo accogliere le loro richieste". Manuela Ceresani, dopo un lungo periodo al Dipartimento penitenziario regionale delle Marche, dirige il carcere di Montacuto dall’inizio del 2019 e, assieme alle difficoltà complesse durante la pandemia Covid, quello di venerdì sera è stato uno dei momenti più delicati della sua reggenza. A poche ore dal rientro dei detenuti nelle loro celle, nonostante gli animi restino abbastanza caldi, la direttrice della casa circondariale anconetana predica prudenza: "È prematuro adesso arrivare a delle conclusioni _ spiega Manuela Ceresani _, senza dubbio ci sono stati dei comportamenti censurabili che valuteremo con calma ed è probabile che verranno prese delle misure nei confronti di chi ha fomentato quell’episodio. Una sommossa? Diciamo che c’è stato un gruppo di detenuti che ha superato il livello di guardia, sulle dimensioni del fenomeno voglio capire bene prima cos’è accaduto, poi, ripeto, faremo le nostre valutazioni". Con la dirigente della struttura carceraria più importante delle Marche abbiamo ricostruito la vicenda partendo dalle cause che hanno scatenato la reazione dei detenuti: "Da quanto ho potuto ricostruire, sembra che i detenuti dell’Alta Sicurezza abbiano chiesto di poter restare fuori dalle loro celle a causa della tensione provocata dalle notizie legate al terremoto. Il fatto _ aggiunge la Ceresani _ che persistesse lo sciame sismico sulla città non li fa stare tranquilli, per questo hanno chiesto di poter accedere al campo sportivo, dunque all’aperto, ma questo era oggettivamente impossibile da concedere.

A quel punto volevano che le porte delle loro celle fossero aperte e quando non è stato loro concesso c’è stata la reazione. È vero, hanno preso possesso del piano ma poi l’allarme è rientrato e loro sono rientrati nella loro sezione e nelle celle. Alla fine abbiamo concesso la possibile di mantenere la mandata libera, ossia il cancello, o blindo, delle singole celle non chiuso del tutto per eventualmente far defluire i detenuti in caso di nuove scosse". Sul fatto del pretesto per alzare i toni la direttrice non è del tutto d’accordo: "Mercoledì mattina abbiamo tutti avuto molta paura di quelle scosse, le posso assicurare che non è la prima volta che i detenuti mostrano grande apprensione dopo eventi del genere. Certo, nulla giustifica la violenza e il calpestare le regole del carcere".