Le terapie intensive restano una criticità

In Regione crescono i timori per la decisione del ministero alla luce dell’aumento dei ricoveri più gravi

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Tutti con lo sguardo puntato su venerdì giorno nel quale il Comitato tecnico scientifico nazionale e il ministero della Salute decideranno eventuali novità sulla situazione della pandemia in ogni regione del Paese. Le Marche sperano di tornare nella zona "gialla" rispetto all’attuale "arancione": questo significherebbe un’attenuazione delle restrizioni presenti primi delle quali la possibilità di tornare a spostarsi tra i Comuni.

Ma in Regione il clima non è dei più ottimisti e il timore di poter restare fino al 3 dicembre nell’attuale situazione si fa sempre più concreto.

Il nodo principale è quello dell’occupazione dei posti letto e in particolare delle terapie intensive. Lo scenario non è favorevole. Se da un lato l’Rt, l’indice di trasmissione del virus, tende a scendere e a raggiungere l’1, il grande afflusso di pazienti negli ospedali fa preoccupare non poco.

"Negli utlimi giorni – dicono dalla Regione – c’è stato un aumento del 10% dell’occupazione dei posti letto nelle terapie intensive con una quindicina di pazienti in più. Allo stesso tempo il numero delle degenze riesce a mantenersi stabile grazie ai guariti ma sempre molto alto".

Insomma il timore è che venerdì il ministero della Salute possa decidere di mantenere la stretta ancora per qualche giorno nella speranza che i dati divetino più stabili.

Allo stesso tempo esiste un problema del numero dei tamponi effettuati se si pensa che domenica ne sono stati effettuati poco più di 600 in tutta la regione per scoprire i nuovi positivi. "E’ una questione reale – sottolineano dalla Regione – e nei prossimi gironi cercheremo di aumentare questi numeri in modo sostanzioso per cercare il virus in modo massiccio".

La riunione di ieri tra Stato e Regioni è servita per portare avanti alcune questioni tecniche in attesa di venerdì. Poi ci sarà il nuovo Dpcm del 3 di dicembre che svelerà quali aperture saranno concesse rispetto a oggi.

a. q.