L’incubo liste d’attesa Mancano infermieri, si tagliano i posti letto anche nelle Rianimazioni

A rischio c’è l’attività chirurgica, da qui la scelta della direzione aziendale di spostare una ventina di operatori sanitari nel blocco operatorio.

di Pierfrancesco Curzi

Il tetto di spesa per il personale sanitario blocca le stabilizzazioni e a Torrette scatta la girandola di infermieri trasferiti. A rischio c’è l’attività chirurgica di elezione, ergo il problema dell’aumento delle liste d’attesa, da qui la scelta aziendale, e non solo, di spostare una ventina di infermieri nel blocco operatorio. L’imperativo è tenere aperte le 18 sale (oltre alle 2 della cardiochirurgia) in regime più o meno costante. Di fatto, ciò comporta la necessità di tirare la coperta da un lato e lasciare scoperto l’altro. In soldoni ecco la conseguenza: da ieri le due rianimazioni di Torrette, clinica e ospedaliera, autentici fiori all’occhiello dell’ospedale regionale, hanno perso due posti letto ciascuno tornando ai tempi pre-pandemici. In base alla legge 34, emanata proprio in base al periodo Covid, i posti letto nelle terapie intensive sono aumentate e adesso, con la minaccia del virus rientrata, il numero di posti letto potrebbero bastare. Così non è. Scendendo da 16 a 14 posti letto sia la clinica diretta dal professor Abele Donati che la parte ospedaliera guidata dalla dottoressa Elisabetta Cerutti si trovano in fortissima difficoltà.

È bene ricordare che i due reparti, non più tardi dello scorso, anno, avevano chiesto di poter aumentare i posti letto per far fronte all’enorme mole di lavoro al di là del Covid, e avevano ricevuto ‘picche’ dalla Regione. Da qui a perdere posti letto per la mancanza di infermieri ce ne passa, ma questo è quanto sta accadendo adesso. Non va dimenticato che le due terapie intensive, per fortuna con gli spazi rinnovati e valorizzati, ricevono tutti i pazienti in codice rosso delle Marche sia per i traumi che per patologie complesse non trattabili in altri ospedali. All’attività chirurgica vanno poi collegati i tanti ricoveri richiesti per la fase post-operatoria. Tutto questo rischia di creare un rallentamento degli interventi programmabili, specie quelli più delicati che necessariamente richiedono ricoveri in terapia intensiva per il riequilibrio dei valori.

Se le rianimazioni, parte dell’ossatura del Dea (Dipartimento emergenza e accettazione) di II livello, piangono, altri reparti importanti non possono certo sorridere. Pensiamo alla neurologia che, sempre per il concetto della carenza di personale, sarà costretto a cedere alcuni posti letto, pare 6, oppure un altro fiore all’occhiello di Torrette, la pneumologia. A Torrette su circa 3100 dipendenti, più di 500 sono precari con contratti a tempo determinato e molti di questi ricoprono ruoli di responsabilità. Compresi infermieri di sala operatoria. I contratti che scadranno l’azienda li ha ‘tamponati’ spostando personale infermieristico dai reparti dove erano stati assegnati nel blocco operatorio. Qualcosa di molto simile a un ordine di servizio. A proposito della vertenza dei precari oggi, dopo la conciliazione davanti al prefetto della scorsa settimana, azienda e Rsu si ritrovano faccia a faccia per trovare soluzioni necessarie per scongiurare lo stato di agitazione.