L’infettivologo bersaglio dei no vax: "Vacciniamoci, è l’unica protezione"

Matteo Bassetti ospite del festival del giornalismo a Filottrano: "Io ho paura del cocktail dello stregone. La scuola deve essere in presenza, la dad è stata un fallimento. Purtroppo il personale protetto è poco"

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Il cinema teatro Torquis a Filottrano era tutto per il professor Matteo Bassetti, tra massimi infettivologi italiani, venerdì sera nell’ambito del Festival del giornalismo d’inchiesta delle Marche alla decima edizione. "L’obiettivo della vaccinazione non è ridurre il contagio ma il numero delle persone che vengono ricoverate in ospedale e per questo l’efficacia del vaccino è del 90-95 per cento – ha esordito Bassetti dopo la testimonianza dell’ex sindaco di Osimo Stefano Simoncini, malato per otto mesi di Covid -. La comunità scientifica forse si è divisa sul lockdown sì lockdown no ma non sulla vaccinazione ed è questa la linea del governo, quella giusta. Vacciniamoci comprendendo il valore che il nostro sistema sanitario ci sta dando. Tanti Paesi vorrebbero ma non possono, come l’Africa, l’Afghanistan, il Sud America. La critica ci sta ma non quando diventa violenza". Presenza confermata la sua nonostante le grandi difficoltà vissute soprattutto in questi ultimi giorni, dagli insulti alle minacce dei no vax. "Ho sperimentato sulla mia pelle cosa significa essere oggetto di insulti – ha detto l’infettivologo del Policlinico di Genova -. I vaccini purtroppo sono argomento di scontro anche politico ma dovrebbero essere come il tricolore, ci dovrebbero unire. Proporre di curare con il plasma è sbagliato e fa sempre casino la politica che entra nella medicina (un esempio il vaccino che genera varianti, è stato detto da un politico)". Al centro dell’incontro come affrontare la stagione invernale. "Se avremo una nuova ondata in inverno, come potrebbe essere, dovremo avere preoccupazione, non paura. La rete di protezione è il vaccino. Io ho paura piuttosto del "cocktail dello stregone". I medici di medicina generale sono le nostre spie sul territorio, ci devono dare subito il segnale dei sintomi entro i primi cinque giorni. La ricerca sta continuando a darci strumenti, ci sono farmaci pronti per ridurre i sintomi subito. Per quanto riguarda la terza dose la chiamerei così per gli immunodepressi, e la riceveranno entro fine anno, i primi poi saranno i sanitari, per cui in pratica è un richiamo, che avverrà nei primi mesi del 2022. Lo dovremo fare una volta all’anno finché avremo le varianti. Bisogna dare più dignità a chi ha "fatto la malattia", da una vaccinazione di massa bisognerebbe passare a una vaccinazione personalizzata". Adesso la concentrazione è sull’inizio dell’anno scolastico: "La scuola deve essere in presenza, la dad è stata un fallimento. Non so come sarà scuola soprattutto dove c’è poco personale scolastico vaccinato". Secondo Bassetti, in generale in Italia bisognerebbe aumentare i posti nelle terapie intensive.

Silvia Santini