L’insospettabile dei 42 chili di coca era un narcotrafficante ricercato

Sull’albanese arrestato dai carabinieri alla Baraccola stava indagando la distrettuale antimafia lombarda. L’uomo era ad Ancona con un visto turistico, due le abitazioni di appoggio: in città e a Civitanova

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di Marina Verdenelli

Era ad Ancona con un visto turistico di tre mesi e sempre da tre mesi aveva preso in affitto l’appartamento in via Primo Maggio, alla Baraccola, l’albanese di 33 anni arrestato venerdì dai carabinieri del Norm dopo una delicata operazione antidroga che ha portato al sequestro di 42 chilogrammi di cocaina. Un insospettabile, fedina penale intonsa, un lavoro in Albania come commerciante di auto usate che importava ed esportava con regolarità e una famiglia alle spalle che lo sta raggiungendo in Italia. Stando però alle indagini iniziate dalla guardia di finanza di Brescia, che ha dato l’input ai carabinieri di cercare il sospettato proprio in zona Baraccola, dove venerdì è stato fermato a bordo di una Golf Volkswagen, in via Albertini, trovata con un chilo di polvere bianca nascosta sotto ad un sedile, il 33enne sarebbe un narcotrafficante e in Lombardia lo cercavano fitto. Su di lui stava indagando la procura distrettuale antimafia lombarda, che si muove solo di fronte a reati associativi di grande portata, ma gli sviluppi al momento sono top secret. Il grosso quantitativo sequestrato ad Ancona potrebbe essere passato dal porto della città e forse non era il solo ma una parte di un carico ben più grosso. La droga infatti trovata nella vettura in parte sembrerebbe di qualità diversa da quella poi rinvenuta in casa. Due carichi diversi? Anche qui sono in corso accertamenti. Di certo c’è che l’asse Albania-Marche era percorso con cadenza regolare dal 33enne, faceva la spola ogni tre mesi per un totale di sei mesi l’anno. Troppo per delle semplici vacanze. Due le abitazioni di appoggio di cui si serviva durante la sua permanenza, oltre quella della Baraccola ce ne era una anche a Civitanova Marche, dove era domiciliato, sempre presa in affitto. Solo in quella anconetana però i carabinieri hanno trovato lo stupefacente, 41 chili, bilancini, materiale per il confezionamento e anche una pistola carica e diversi proiettili. Insomma una base di stoccaggio prima di indirizzare probabilmente la cocaina altrove. La gip Sonia Piermartini questa mattina ha convalidato l’arresto del presunto trafficante internazionale di droga, M. H., disponendo che rimanga in carcere. Difeso da un avvocato del foro di Rimini, Massimiliano Orrù, l’albanese si è avvalso della facoltà di non rispondere. E’ accusato di detenzione e spaccio di sostanza stupefacente (con l’aggravante dell’ingente quantitativo) e possesso illegale di arma. Il suo difensore aveva chiesto la rimessa in libertà. Dall’Albania sta arrivando la sorella ma non potrà incontrare il fratello prima di dieci giorni, il tempo previsto per l’isolamento carcerario. La cocaina, purissima, avrebbe fruttato sul mercato 10 milioni di euro. Il sospetto è che i 42 chilogrammi trovati ad Ancona siano solo una piccola parte di un giro enorme di polvere bianca che passa dall’Albania all’Italia.