Lirica al teatro La Nuova Fenice: in programma "La scala di seta"

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Al teatro La nuova Fenice di Osimo torna l’opera con una produzione dell’Accademia d’arte lirica, che propone uno degli appuntamenti più attesi della vita culturale osimana, assente da due anni per le problematiche legate alla pandemia. Andrà in scena sabato alle 21.15 "La scala di seta", farsa in un atto di Gioachino Rossini, uno dei capolavori giovanili del grande compositore pesarese. Scritta per il Teatro San Moisé di Venezia, su libretto di Giuseppe Maria Foppa, la farsa venne rappresentata con successo nel 1812, ma poi scomparve dal repertorio per essere riscoperta solo negli anni Sessanta del secolo scorso e diventata celebre per le numerose riproposte al Rossini Opera festival. La farsa dell’appena ventenne Rossini narra delle vicissitudini di due giovani innamorati, di intrighi, di equivoci e di una scala di seta che permette di accedere alle stanze più inaccessibili del palazzo. Protagonisti i solisti dell’Accademia, sotto la direzione di Alessandro Benigni, maestro concertatore al pianoforte. Lyaila Alamanova sarà Giulia, Svitlana Sikorska Lucilla, Quan Zhou interpreterà l’amoroso Dorvil, Sultan Bakytzhan l’intraprendente Blansac, Matteo Torcaso il maldestro cameriere Germano, Alessandro Fiocchetti il Tutore Dormont. Matteo Mazzoni firma regia, scene e costumi. La trama è bizzarra: il vecchio tutore Dormont ha destinato la sua pupilla Giulia al ricco Blansac ma non sa che la ragazza ha già sposato in segreto l’amato Dorvil, che sale ogni notte nella stanza della giovane attraverso la scala di seta calata e poi ritirata dalla finestra. Giulia decide di indirizzare il pretendente Blansac verso la cugina Lucilla, che sarebbe peraltro molto interessata. Tutto funzionerebbe se non intervenisse il servitore Germano, che unisce attenzioni non richieste per Giulia a molesta curiosità e scarso tempismo. Per una serie di imprevisti e divertenti equivoci, a mezzanotte tutti i personaggi si ritrovano nella stessa stanza: qui Giulia e Dorvil saranno costretti a svelare il proprio segreto, perdonato dal tutore, che determina il lieto fine.