Allarme Listeriosi, salumificio bloccato per un batterio killer

Monsano, un 72enne di Gualdo ha mangiato la Coppa ‘incriminata’. L'azienda: "I decessi non sono collegati ai nostri prodotti" LA SCHEDA Cause e sintomi

Le analisi

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Ancona, 7 febbraio 2016 - «I due decessi registrati nei mesi scorsi (agosto 2015, in provincia di Macerata e Ancona, ndr) non sono collegati al consumo dell’alimento contaminato (la coppa suina, ndr) che è stato identificato dalle autorità sanitarie nel gennaio 2016». Così la Regione Marche dopo aver annunciato venerdì, anche alla luce della nota del Ministero della Salute, i due decessi che potrebbero essere collegati al batterio killer. Nel «Salumificio Monsano srl» che esporta anche fuori regione, ora l’attività è sospesa, così come la commercializzazione.

Qui nello stabilimento di via Toscana, dieci dipendenti, si lavora alla sanificazione dei locali in attesa delle analisi effettuate dall’Asur mercoledì scorso. Se i campioni esaminati daranno esito negativo la produzione potrebbe riprendere già dalla prossima settimana. Ma se dal salumificio tramite uno dei due soci Mauro Barboni si tiene a precisare che «i due decessi in questione né altri, sono in alcun modo collegati alla coppa suina che noi produciamo da ben 25 anni, senza mai aver avuto problemi di sorta né casi di contaminazione batterica, quanto piuttosto da una segnalazione di una persona già malata e colpita da Listeria, ma ancora in vita».

Si tratta di un 72enne che ha riferito di essere solito acquistare la coppa del salumificio di Monsano in un punto vendita di Gualdo Tadino, punto vendita dal quale è stato prelevato il 4 gennaio per le analisi un campione, in effetti risultato contaminato. «A scopo precauzionale – ha spiegato Alberto Tibaldi, dirigente della Veterinaria e Sicurezza alimentare dell’Agenzia sanitaria regionale – tutte le linee di produzione della coppa di testa sono state bloccate il 2 febbraio, così come la commercializzazione. Ma non bisogna creare allarmismi o demonizzare gli alimenti», del resto gli accertamenti sono in fase iniziale.

Ma dal Ministero avvisano i consumatori: «A scopo precauzionale di non consumare tutte le tipologie di prodotti della ditta Salumificio di Monsano in loro possesso». La coppa di testa nasce dalla tradizione contadina e come evidenzia Barboni «un’eventuale contaminazione con tutta probabilità non può che provenire dalla materia prima, che nel caso della nostra coppa per il 50% è locale, per il resto viene dagli allevamenti del Nord Italia».

«Si stanno effettuando le opportune verifiche – commenta il sindaco Roberto Campelli –, la situazione al Salumificio di Monsano è totalmente sotto controllo. Si raccomanda di evitare di creare inutili allarmismi nei confronti di una azienda di comprovata professionalità che lavora da molti anni nel settore gastronomico con impegno e serietà».