Lo storico Stamura ha chiuso per sempre Viaggio nel locale dove il tempo si è fermato

Siamo entrati all’interno dell’ex ristorante un tempo riservato ai soci della Sef. All’esterno invece due barche stanno affondando

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di Giacomo Giampieri

Ci avevano chiamati per "un cimitero di barche" tra il molo sud e la Fiera della Pesca, ma effettivamente ne abbiamo trovate soltanto due affondate. Una completamente ("circa un mese fa è stata avvolta dalle onde", sussurra un pescatore). L’altra quasi (la parte a poppa è del tutto sommersa, l’impressione è che anche la prua sia destinata al medesimo epilogo). D’altronde l’ultimo intervento che aveva visto protagonista, tra gli altri, la Capitaneria di Porto, aveva fatto in modo che la zona fosse ripulita in maniera seria. Anche dalle carcasse di natanti (o relitti, per meglio dire, che caratterizzavano in chiave negativa quello spazio). Dunque, sempre ad ascoltare chi vive la zona, le due imbarcazioni divelte sarebbero state "abbracciate" dal mare di recente. Piuttosto noi, curiosando dentro alla Mole Vanvitelliana e spostandoci di pochi metri, abbiamo avuto accesso ai locali delle sale del Rivellino, tempio della gloriosa e storica polisportiva Sef Stamura. Ed abbiamo trovato, lì sì, una specie di cimitero. Ma di tutt’altro tipo. Che odora di nostalgia, tristezza. E di chiuso. Un ristorante che non lo è più. Un luogo dove il tempo sembra essersi fermato. Dove le sedie sono accatastate e i tavoli impilati l’uno sopra l’altro. Il bancone del bar è coperto da un tappeto di polvere, l’ingresso è rimasto quello di una volta, con poltroncine le cui sedute sono ormai inesorabilmente segnate da un tempo che scorre impetuoso.

Stamura non c’è più, il ristorante nato inizialmente per gli associati diversi anni fa, dopo il periodo più duro del Covid, non ha riaperto i battenti. Ed è più o meno rimasto così com’era allora, nell’epoca quando la pandemia entrava prepotentemente nelle esistenze di ciascuno di noi. Certo, la sala è stata sgomberata, si diceva, degli arredi, posizionati ai lati verso le pareti. Segni di vita, piuttosto, li abbiamo ravvisati nella cucina. Ci sono ancora alcune padelle e delle pentole fresche di utilizzo. Come a dire: qualche mangiata in compagnia è stata fatta. Non è un segreto, infatti, che quei locali sono a disposizione della stessa Sef, il cui quartiere generale e ai piani superiori. Ma non vi è più nulla di quello storico ristorante, che offriva prelibatezze gastronomiche, che arrivavano letteralmente dal mare alla tavola. Spostandoci più avanti, nella parte esterna, l’impatto che si ha del porticciolo è straordinario. Una persona che si occupa delle manutenzioni ricorda con piacere quello che era Stamura: "Un posto speciale, dove si mangiava benissimo a due passi dal mare, immerso in una cornice incantevole". Come d’altronde lo è, anche se per altri scopi di intrattenimento, il Lazzabaretto. A maggior ragione perché inserito dentro il contenitore, o meglio, dentro lo scrigno d’arte, che è quella Mole Vanvitelliana frequentata da tanti, anche di giorno e non solo per gli eventi. Il Rivellino rimane più nascosto, quasi lontano dagli occhi di turisti e passanti. O degli stessi anconetani. Che però, anche se hanno giocoforza imparato a farne a meno, non hanno dimenticato quel ristorante che vi insisteva all’interno: Stamura.