L’opposizione attacca: "Tre anni di Acquaroli, stanno fallendo proprio su ciò che promettevano"

Il capogruppo del Pd in consiglio regionale, Maurizio Mangialardi, fa un bilancio di ciò che è stato fatto dalla giunta di centrodestra "Sanità, terremoto, semplificazione e burocrazia: è un disastro".

L’opposizione attacca: "Tre anni di Acquaroli, stanno fallendo proprio su ciò che promettevano"
L’opposizione attacca: "Tre anni di Acquaroli, stanno fallendo proprio su ciò che promettevano"

Maurizio Mangialardi. Riavvolgiamo il nastro: come è maturata la sconfitta, secondo lei? "Premesso che soffiava un vento di destra sul Paese, quei 12 punti percentuali di scarto hanno evidenziato una netta e chiara sconfitta. I motivi? Oltre i ‘litigi’ interni al Pd e all’incapacità di sostenere il Governo regionale uscente, il centrodestra è stato abile ad aggredire i temi: sanità, terremoto, semplificazione e burocrazia. Oggi, sulle stesse proposte che noi non siamo riusciti spiegare, loro non sono riusciti a mantenere gli impegni presi".

A cosa si riferisce?

"Sulla sanità è stato compiuto un autentico disastro. C’è stata la pandemia e, nonostante le difficoltà, sono arrivate ingenti risorse che imponevano di ripensare il sistema sanitario e non di rincorrere le chimere da campagna elettorale. Avevano promesso aperture di ospedali, diminuzione delle liste di attesa, aumenti di personale e potenziamento dei pronto soccorso: nessun obiettivo centrato. Al contrario hanno attuato operazioni di retroguardia".

Cosa imputa?

"Due cose, su tutte. Sono stati sordi dinanzi alle nostre proposte, non accogliendone neppure una. Suggerimenti che, alla luce dei fatti, si sono rivelati particolarmente opportuni, almeno da essere valutati. E soprattutto, l’aspetto più grave, hanno riorganizzato il sistema prima di approvare il piano sociosanitario. Senza una logica. Anzi, non l’hanno riorganizzato introducendo le Ast e azionando il ‘poltronificio’ per nominare i direttori un anno dopo. Per non parlare della ricostruzione...".

Cioè?

"I problemi del cratere sismico del 2016 sono rimasti gli stessi, non c’è stata alcuna accelerazione. Troppo facile attribuire responsabilità a chi c’era prima. La destra, oggi, sta capendo cosa significa governare rispetto alle banalizzazione che faceva quando era in minoranza".

Che rapporto ha, lei, con il governatore?

"Di grande correttezza reciproca. Sul piano politico, invece, critico la sua amministrazione perché non ha visione, rincorre le divisioni interne e orienta le scelte sulla base delle singole richieste dei consiglieri. Senza guardare alle reali necessità di questa regione".

Rifarebbe la scelta di candidarsi?

"Assolutamente sì, ma cambierei molte cose. È stata un’esperienza incredibile, ma il risultato che è scaturito parlava in quella direzione già da prima".

Tre anni dopo. Quali idee per tornare alla guida della Regione?

"Dobbiamo costruire un progetto politico che veda il Pd ritrovare una sua unità che oggi non ha, magari allargando il campo ad altre forze per un piano di innovazione e prospettiva, sulla base dell’esperienza consiliare che stiamo maturando, come nel caso dei Cinque Stelle. C’è un ottimo rapporto e, seppur partiamo da posizione lontane, stiamo costruendo percorsi condivisi. L’obiettivo è proporre un’alternativa programmatica e di rilancio della regione. Che oggi, per scelte o non scelte, vive una fase di stagnazione".