"L’ospedale va verso una pericolosa deriva"

Non solo la chiusura di Reumatologia, ma emergono altri dettagli choc: in 10 anni persi circa cento posti letto. Polemiche in città

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di Sara Ferreri

Chiude la Reumatologia, il primario Walter Grassi verso l’addio allo storico reparto di Jesi: choc e polemiche in città. "L’amministrazione uscente avrebbe dovuto intrattenere buoni rapporti con gli altri enti, evitando l’isolamento della nostra città – attacca l’ex sindaco Marco Polita – ed è preoccupante la chiusura di un reparto fiore all’occhiello come la Reumatologia". Ma non è tutto perché il nuovo taglio ai danni dell’ospedale jesino e del suo bacino di utenza (dai 12 posti letto del reparto di Reumatologia si scende a 6 in un reparto misto) fa scendere dai quasi 300 di dieci anni fa a poco più di 200 gli attuali posti letto al Carlo Urbani. Parla di "declino dell’ospedale" il coordinatore del tribunale del Malato Pasquale Liguori il quale ne ricostruisce la storia: "Tutto cominciò il 13 dicembre 2014 quando alla presenza delle più alte cariche regionali e locali, si dava operatività al nuovo ospedale di Jesi intitolato a Carlo Urbani. Un investimento di 80 milioni di euro, 60mila meri quadrati con tecnologie di ultima generazione, sei sale operatorie 3D e professionalità di alto livello distribuite nelle 25 Unità operative della struttura. La Regione definì il nuovo ospedale "modello", un ospedale all’avanguardia per la sanità del territorio. Alla sua inaugurazione le istituzioni dichiararono come autorizzati 297 posti letto, anche se poi subito dopo in base alla delibera di giunta regionale 7352013 (quella che sanci’ la chiusura dei piccoli ospedali) furono ridotti a 280. A noi cittadini fu assicurato che il nuovo ospedale sarebbe divenuto un polo di riferimento regionale di alta specializzazione nell’apparato locomotorio mettendo a frutto le già presenti alte professionalità nel settore ortopedico. Passarono gli anni ma di tale progetto non si ebbe più notizia, il progetto "ospedale modello" finì nel nulla, nessuno ne parlò più. Cominciarono però a delinearsi all’orizzonte molte pecche della nuova struttura costruita peraltro su falde acquifere: accumuli di acqua nei sotterranei che fanno proliferare insetti come le zanzare, impianto di condizionamento che funziona male, tende oscuranti nelle stanze dei degenti che non funzionano più, nessuna manutenzione ai terrazzamenti dell’ospedale. Il reparto che subisce il maggiore disagio è il pronto soccorso costruito di dimensioni molto più ridotte di quello al Viale della Vittoria, con spazi risicati e con 7 medici in meno in organico. Nel frattempo i posti letto per acuti, grazie a un lento e progressivo ridimensionamento si riducono drasticamente a 213 compresi i 20 riservati ai pazienti Covid. E ora anche la chiusura del reparto di Reumatologia: il Carlo Urbani sta andando verso una pericolosa deriva".