Ancona, ecco la vita da detenuto di Luca Traini fuori dalla cella d’isolamento

Montacuto, dopo gli spari a Macerata è finito nella sezione ‘filtro’ con altri 13, tra cui anche uno straniero

Luca Traini

Luca Traini

Ancona, 13 febbraio 2018 - Luca Traini non è un detenuto normale, specie dopo essere finito al centro delle attenzioni nazionali per la sua folle sparatoria di dieci giorni fa a Macerata (VIDEO). Arrestato e portato nel carcere di Montacuto, Traini dopo meno di due giorni trascorsi in cella di isolamento, è finito nella sezione ‘filtro’ dell’istituto di pena del capoluogo. Una sezione speciale, limitata a pochissimi soggetti, lontana e distaccata dal resto dei 285 detenuti che oggi affollano la struttura e dalle altre sezioni ai piani superiori, i detenuti cosiddetti comuni e l’alta sicurezza.

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Traini da domenica 4 febbraio è nella sua cella che sta dividendo con un collaboratore di giustizia e trascorre il suo tempo negli spazi comuni e riservati alla sezione, con altri 13 detenuti. Tutti gravati da reati pesanti, molto gravi, omicidio, pedofilia. Tra loro un anziano colpevole di uxoricidio e un giovane papà accusato dell’omicidio del figlio. Di 14 detenuti, uno soltanto è straniero, ma non di origini africane. Assieme trascorrono poco tempo negli spazi comuni, quello interno dove c’è un bigliardino, un tavolo da ping pong, tavoli per giocare a carte e poco altro. La parte esterna è una sorta di buco nero, senza finestre o vista, un tubo con mura alte svariati metri, senza coperture e la luce naturale che arriva solo dall’alto. Una sezione relativamente facile da guardare a vista, considerato l’esiguo numero di detenuti, con una guardia sufficiente per il compito.

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Qui dentro non ci sono problemi di sovraffollamento e Traini può stare tranquillo sotto il profilo della propria sicurezza personale. Per lui non ci sono stati problemi di inserimento, ostilità particolari. Diverso il quadro per gli altri detenuti, con il carcere che, nonostante le ristrutturazioni e le riaperture di tutte le sezioni, vive sempre nelle difficoltà legate alla scarsità di risorse. Non siamo a Poggioreale né in altri istituti difficili, ma i disagi ci sono anche qui. L’acqua calda, ad esempio, esce dai rubinetti solo dalle 8 alle 10 e non tutti i giorni. Mancano le attività collaterali, gli svaghi, la formazione, i supporti. La direzione fa quello che può, ma certo una psicologa per 285 detenuti appare un po’ pochino.

ANSA

Sono tanti i carcerati con problemi, 91 tossicodipendenti, 75 che assumono metadone, 69 in terapia psicotropa. Su 285 detenuti complessivi, 102 sono stranieri: «I problemi a Montacuto ci sono, ci mancherebbe, ma non siamo in emergenza – sostiene il Garante dei detenuti, Andrea Nobili – Più o meno si tratta degli stessi problemi che trovo negli altri istituti delle Marche, ma il personale, la direzione fanno davvero il massimo e ottengono anche ottimi risultati. Certo, adesso si parla spesso di Montacuto a causa dei suoi detenuti ‘eccellenti’». Oltre a Luca Traini, a Montacuto, infatti, ci sono i tre nigeriani coinvolti nella vicenda della morte della povera Pamela Mastropietro, i due Lucky, sottoposti a fermo l’altro ieri, e Innocent Oseghale, in carcere dal 1° febbraio scorso, da cui tutto è partito.