Malori in gita scolastica a Folgarida, incubo per gli studenti di Ancona

Una trentina di ragazzi dell’istituto Conero si sono sentiti male. Attivato il protocollo di emergenza

Le ambulanze fuori dall’hotel. Foto concessa da Isidoro Bertolini

Le ambulanze fuori dall’hotel. Foto concessa da Isidoro Bertolini

Ancona, 12 febbraio 2020 - Una settimana bianca da incubo. Aperta e presto chiusa per 93 ragazzi delle scuole medie Conero di Ancona e per sei professori, tra cui la dirigente Maria Costanza Petrini. Un terzo di loro (36 per l’esattezza), è rimasto intossicato tra lunedì sera e ieri mattina all’interno dell’albergo Union di Folgarida, nota località sciistica del Trentino. La struttura, molto grande e accogliente, si trova in una posizione strategica ai piedi degli impianti di risalita.

AGGIORNAMENTO Malori in gita scolastica a Folgarida, prime denunce - Altri studenti contagiati al rientro

Il primo caso di malessere con vomito, dissenteria, cefalea e febbre (seppur non molto alta) si è verificato lunedì notte. I compagni che erano con il ragazzo sono andati a chiedere aiuto ai professori. Dal primo contagio è stato un susseguirsi continuo. Mano a mano hanno iniziato a sentirsi male anche altri studenti. Fin quando la situazione, ieri mattina non è precipitata. Un contagio vero e proprio. La dirigente scolastica ha allertato la guardia medica che si è resa conto subito della situazione e del rischio che potesse precipitare. Forse, anche memore di quello che accadde nello stesso albergo alla fine di gennaio, quando rimasero misteriosamente intossicati circa 118 giovani tra studenti e insegnanti di due scuole in settimana bianca dall’Emilia Romagna e dalla Toscana. Quattordici i ricoveri in ospedale.

Il medico ha allertato il 118 ed è stato attivato il protocollo di emergenza in caso di contagio multiplo. Nulla a che fare, ovviamente, con le procedure assolutamente rigide che riguardano il Coronavirus, ma l’iter più o meno è lo stesso. L’hotel di Folgarida è stato meta di un un pellegrinaggio di ambulanze, automediche, infermieri e medici che hanno allestito nella hall dell’albergo una sorta di ospedale da campo. Lettighe, flebo, separé, luoghi asettici nei quali concentrare chi era stato colpito dalla forte forma virale ed evitare, quindi ulteriori contagi.

Soccorsi tempestivi che sono riusciti a scongiurare il propagarsi del contagio. Una situazione di emergenza, con un via via di personale medico che si è protratta fino a ieri sera. Uno degli studenti delle Conero è stato precauzionalmente ricoverato nel vicino ospedale di Cles. La forma di intossicazione che lo aveva colpito, era piuttosto virulenta e quindi si è resa necessaria la degenza ospedaliera per evitare che il quadro clinico precipitasse.

I sintomi di questa misteriosa forma di contagio su cui stanno indagando i carabinieri del Nas di Trento e le autorità sanitarie del posto, sono quelli classici di una gastroenterite: vomito, dissenteria, cefalea, febbre non elevata. La cura è soprattutto l’adeguata idratazione e massima pulizia. Le autorità mediche e investigative hanno praticamente sigillato la struttura alberghiera, sanificando tutti gli ambienti.

Il personale dell’hotel, molto noto per ospitare gite scolastiche da tutta Italia, si è prodigato anche durante la notte per cambiare lenzuola, ripulire le stanze. Una task force che è stata in grado di fronteggiare al meglio una situazione inverosimile, ma con un pericoloso precedente, quello del 29 gennaio scorso. Nelle stesse stanze si verificò un’analoga epidemia. Nessuno, allora, scoprì la natura di quel contagio. Le autorità sanitarie trentine dicono che si tratti di una forma gastrointestinale virale ed escludono per il momento intossicazioni alimentari.

Il perché colpisca alcuni e altri no, è inspiegabile. Eppure hanno tutti bevuto la stessa acqua, hanno mangiato le stesse cose e hanno respirato negli stessi ambienti. Il virus ha colpito anche una comitiva studentesca scozzese che si trova nell’hotel di Folgarida. La settimana bianca delle medie Conero sarebbe dovuta terminare venerdì, ma vista la situazione già oggi la comitiva tornerà a casa. Alcuni ragazzi sono stati già portati via dai genitori che si sono sobbarcati il viaggio di andata e ritorno verso il Trentino. Altri studenti hanno avuto la fortuna di avere i familiari in zona, che avevano approfittato della settimana bianca dei figli per farsi qualche giorno sulla neve.