Malore in piscina al Passetto, l'amico. "Si è tuffato, poi non l’ho più visto"

Il racconto di un amico del ragazzino di 16 anni, che è ancora in coma farmacologico. "L'ho visto sott'acqua su un fianco"

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Ancona, 22 giugno 2019 - "Prima c’eravamo immersi, in apnea, poi lui è uscito fuori e si è tuffato. Era un po’ distante da noi, eravamo tutti in vasca, facevamo il bagno. Quando ho sentito dei bambini che dicevano ‘Guarda quello sott’acqua, cos’è un costume?’ e poi ‘C’è uno sott’acqua’, mi sono avvicinato e ho visto che sotto c’era il mio amico. Mi sono spinto giù, lui era su un fianco, l’ho toccato, la testa è andata all’indietro senza controllo. Volevo prenderlo ma c’era qualcosa sul fondo che mi spingeva su". Fuori dalla clinica di Rianimazione dell’ospedale di Torrette, lungo il corridoio, racconta così un amico del ragazzino di 16 anni, che giovedì pomeriggio ha rischiato di annegare alla piscina del Passetto, i minuti vissuti all’impianto sportivo dove i due e una comitiva di amici erano arrivati quando era quasi ora di pranzo. Lo zaino in spalla, una bottiglietta d’acqua per rinfrescarsi durante l’attesa, ieri pomeriggio aspettava di entrare nel reparto per vedere il suo amico, di origine magrebina ma nato in Italia.

«Sono venuto anche questa mattina (ieri, ndr) – ha detto – c’erano anche i suoi genitori. In piscina stava bene, non so cosa possa essergli successo. Si è solo tuffato. Quando ho visto che non riuscivo a prenderlo ho chiesto aiuto ed è arrivato un bagnino che lo ha tirato su. Dopo tutti noi amici siamo corsi in ospedale da lui». La comitiva era arrivata insieme in piscina e con il 16enne salvato c’era anche la fidanzatina. Pure lei ha assistito ai primi soccorsi e ora spera di riabbracciarlo presto. Gli amici escludono che abbia battuto da qualche parte, dopo il tuffo, e per questo perso i sensi. Nei polmoni del minore è stata trovata acqua, compatibile con un principio di annegamento. Ieri le condizioni del 16enne, che il prossimo anno andrà in terzo superiore (frequenta un istituto tecnico), erano stazionarie ma la prognosi è rimasta riservata. Non è ancora fuori pericolo di vita per i dottori ed è tenuto in coma farmacologico.

Il ragazzino abita con la famiglia nel quartiere di Brecce Bianche. Dopo il salvataggio, che ha visto impegnati due bagnini dell’impianto sportivo in via Thaon de Revel, il responsabile del consorzio Cogepi che ha in gestione la piscina ha portato a Torrette il defibrillatore utilizzato durante le manovre salvavita. «Il cardiologo – ha spiegato Milko Pace – doveva estrapolare i dati registrati dal macchinario, per avere un quadro delle sue condizioni in quel momento». Sull’episodio per ora la Procura non ha aperto nessun fascicolo.

Giovedì erano le 15 quando il 16enne è stato visto nel fondale della vasca grande, nello specchio d’acqua che si trova davanti al bar e ai tavolini con gli ombrelloni. Prima si è tuffato un assistente bagnante di 20 anni, poi un secondo. Hanno portato il 16enne sul lastricato oltre il bordo della piscina iniziando subito la rianimazione cardiopolmonare perché il ragazzino era in arresto cardiaco e privo di conoscenza. Grazie al defibrillatore, che ha scaricato due volte, il suo cuore ha ripreso a battere e in ambulanza ha raggiunto l’ospedale di Torrette.