Manovre fai da te sul figlio, assolti dopo 4 anni

Una coppia di Jesi era accusata di maltrattamenti sul neonato: si era affidata a Google invece che a un medico. Il bimbo gli era stato tolto

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di Marina Verdenelli

Hanno visto il loro bambino solo due mesi. Alcune fratture trovate sul corpicino del piccolo avevano fatto intervenire il tribunale dei Minori per i quali quel papà e quella mamma non erano dei buoni genitori. La coppia, residente a Jesi, era stata accusata di maltrattamenti su minore e lesioni aggravate. Il figlioletto gli era stato tolto ed era stato dato ad una famiglia affidataria. Per quattro anni sono stati sotto processo con accuse pesantissime e dopo una serie di udienze e testimonianze ascoltate in dibattimento è arrivata l’assoluzione per i due genitori, almeno per il reato più grave, "perché il fatto non sussiste". Le accuse di maltrattamento sono cadute.

Le lesioni aggravate sono state derubricate dal collegio penale presieduto dalla giudice Edi Ragaglia in lesioni colpose dovute alla inesperienza che li ha portati a non maneggiare nella maniera corretta il bebè avuto, il loro primo figlio, quando erano poco più che 20enni.

Per questa accusa sono stati condannati a tre mesi, pena sospesa. La sentenza per la coppia, lei difesa dall’avvocato Laura Versace e lui dall’avvocato Massimo Di Bonaventura, è arrivata nel tardo pomeriggio di giovedì al tribunale dorico.

L’incubo per la coppia è iniziato a novembre del 2018. Il bimbo, nato appena due mesi prima, non muoveva bene un braccino così i genitori lo avevano portato al pronto soccorso dell’ospedale jesino. I medici lo avevano sottoposto ad una radiografia che aveva evidenziato una frattura. Alla mamma e al papà era stato chiesto se il piccolo fosse inavvertitamente caduto ma entrambi lo avevano escluso non sapendo spiegare il motivo di quella lesione. Dall’ospedale era stata quindi attivata l’unità di crisi che serve a verificare se i medici si trovino di fronte ad un bambino vittima di maltrattamenti. Sul bebè erano partiti ulteriori accertamenti medici ed esami che avevano evidenziato lesione un po’ su tutto il corpicino e in particolar modo agli arti inferiori e superiori.

Informato il tribunale minorile il bambino era stato tolto ai genitori che si sono ritrovati prima indagati per maltrattamenti in famiglia su minore e lesioni aggravate e poi a processo per le stesse accuse.

Durante il dibattimento è emerso che in quel periodo il bimbo aveva dei problemi ad evacuare e la coppia, che non aveva familiari e amici vicini a cui chiedere aiuto e dai quali avere anche un supporto, si era affidata alla rete internet per capire cosa fare e come aiutarlo a fare la popò. Dal web aveva scaricato dei filmati di pediatri che consigliavano delle manovre fisiche da fare sui bambini e le avevano eseguite ma imprudentemente. Una teoria che è stata avvallata anche da testimonianze durante il processo dove sono stati sentiti esperti di parte.

Se proprio c’era un responsabile questo sarebbe stato dottor Google, come ha sostenuto l’avvocato Laura Versace, difensore della mamma, durante l’arringa con cui ha chiesto l’assoluzione per la sua assistita.

La Procura, con un incidente probatorio consistito in una visita del bambino fatta dal medico legale Loredana Buscemi, aveva escluso che le lesioni potevano essere accidentali.

La difesa aveva incaricato il medico legale Mauro Pesaresi che aveva sostenuto che le manovre eseguite, se non fatte da esperti, potevano provocare le lesioni trovate sul piccolo. I genitori del bambino ora avvieranno la procedura con il tribunale dei Minori per riavere il figlio che a settembre compirà quattro anni.