Mario Tracinà morto dopo un volo di 30 metri in A14

Lo jesino d’adozione Mario Tracinà è precipitato da un ponteggio mentre lavorava in Molise. Lascia due figli

Il ponte dell’A14 da cui è precipitato Mario Tracinà

Il ponte dell’A14 da cui è precipitato Mario Tracinà

Jesi, 8 maggio 2021 - Sente un lungo grido disperato il collega, si volta e lo vede precipitare. Un volo di 30 metri è stato fatale per Mario Tracinà, 55 anni, originario di Catania ma da oltre venti anni a Jesi. Poco dopo la pausa pranzo ieri stava lavorando al cantiere per il consolidamento di un ponte dell’autostrada a Campomarino, in contrada Colle Lame, vicino Termoli in Molise ed era nel punto più alto dell’impalcatura, quando qualcosa non è andato per il verso giusto. Inutili purtroppo i soccorsi per l’operaio, titolare della Mt Costruzioni che ha sede a Jesi. A dare l’allarme al 118 i colleghi di lavoro, sotto choc alla vista dell’uomo esanime a terra. Quando gli operatori sanitari hanno raggiunto il luogo dell’infortunio, purtroppo per l’operaio edile non c’era più nulla da fare. Tracinà sposato e padre di due figli viveva nella zona di via Puccini, poco sopra l’Erbarella ha sempre lavorato nell’edilizia tanto da avviare e portare avanti una sua piccola impresa. Erano da 5 minuti passate le 14 quando è successo l’irreparabile. Tracinà stava lavorando proprio alla parte del ponte che si trova sotto la carreggiata dell’autostrada quando ha perso l’equilibrio candendo di sotto. Secondo una prima ricostruzione in mano ai carabinieri del posto e secondo le testimonianze di un collega l’operaio edile era cosciente al momento della caduta. Non ci sarebbero stati testimoni essendo Tracinà nel punto più alto e gli altri operai, poco meno di una ventina alle prese con lavori in altri piloni del ponte.

In pochi minuti ieri pomeriggio la tragica notizia dal Campomarino ha raggiunto Jesi, gettando sconforto nei familiari e in chi conosceva Mario, che aveva avuto dei guai giudiziari in passato ma che portava avanti assiduamente la sua attività edile. Già nel tardo pomeriggio i familiari, informati dai carabinieri, sotto choc hanno raggiunto Campomarino dove la salma si trova a disposizione dell’autorità giudiziaria che potrebbe disporre l’autopsia per capire se Tracinà abbia avuto un malore prima di cadere dal punto più alto dell’impalcatura. La Procura di Larino ha aperto un’inchiesta per fare luce sull’accaduto. Il 55enne jesino d’adozione, stava lavorando al consolidamento di alcuni piloni del ponte autostradale ed aveva, secondo una prima ricostruzione i dispositivi di protezione, in particolare il casco e l’imbragatura, ma saranno le indagini dei carabinieri a dire se allacciata correttamente. Il cantiere sarebbe di Autostrade per l’Italia, ma i lavori sarebbero stati in subappalto da una ditta della provincia di Fermo.