Ancona, massaggi hot e ragazze italiane sfruttate. Blitz della polizia

Arrestata una coppia, 9 i centri sequestrati ad Ancona, Faenza, San Giovanni in Marignano, San Benedetto del Tronto e Bologna. Ecco come venivano reclutate le ragazze

Centri massaggi

Centri massaggi

Ancona, 1 ottobre 2019 -  Erano una cinquantina, secondo la polizia, le ragazze tra i 20 e i 30 anni che lavoravano e si prostituivano, senza costrizioni, in nove centri massaggi in cinque regioni (Marche, Abruzzo, Emilia Romagna, Puglia e Lombardia), per la coppia arrestata, di origini pugliesi, per favoreggiamento e induzione alla prostituzione dalla Squadra mobile di Ancona nell'operazione 'Vishudda' (video), dal nome del centro di massaggi tantrici sequestrato nel capoluogo marchigiano. La polizia ne ha identificate 15 ma sono in corso indagini per risalire anche alle altre.

"Le ragazze venivano reclutate tramite annunci di lavoro - ha spiegato il vice questore Carlo Pinto, dirigente della Mobile di Ancona durante una conferenza stampa in Questura - con assunzioni a tempo indeterminato, perlopiù come segretarie; ma poi venivano addestrate a fare i massaggi. La selezione veniva fatta dall'arrestato". L'attività avrebbe fruttato ai coniugi circa 30mila euro al mese nei nove centri massaggi gestiti, di cui alcuni con locali di proprietà.

Il massaggio, secondo gli investigatori, durava circa un'ora e il cliente pagava in anticipo 100 euro di cui 40 andavano alla ragazza e 60 ai presunti gestori, moglie e marito. Negli annunci per accaparrarsi la clientela, pubblicati anche su diversi siti Internet, si garantiva "massima serietà e personale altamente qualificato". 

I centri, sottoposti a sequestro, si trovano ad Ancona, punto di partenza dell’indagine, Faenza (Ravenna), Curtatone (Mantova), San Giovanni in Marignano (Rimini), San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno), Pescara, Barletta e Zola Predosa (Bologna) Contestualmente, i poliziotti della Squadra Mobile di Ancona, con le questure competenti per territorio, hanno eseguite misure cautelari personali coercitive nei confronti di 5 dei 6 indagati, ritenuti i componenti dell’organizzazione facente capo alla coppia.

Il vertice dell’organizzazione, N.M.A. italiano di origini pugliesi, di anni 40, si trova ora in carcere a Foggia mentre sua moglie, M.D.V., braccio destro, italiana di anni 33, è agli arresti domiciliari. Alle altre 3 donne italiane indagate, sono stati notificati i provvedimenti cautelari dell’obbligo di dimora, la sesta indagata, invece, è stata sottoposta a perquisizione delegata dalla Procura di Ancona.