
Dopo una merenda con gli amici alla trattoria "da Gilberto", attorno alle 18, domenica si era messo in sella e stava facendo rientro a casa Massimo Bini ma ad un certo punto ha perso il controllo della bici elettrica ed è rovinato sull’asfalto, morendo dentro il canale di scolo laterale in via San Marcello all’altezza del civico 80. Non si può escludere che il 44enne jesino, parecchio conosciuto specie nelle zone più popolari della città, sia stato urtato da un mezzo in transito, per questo l’autorità giudiziaria ha disposto la ricognizione cadaverica che dovrebbe essere effettuata oggi. La salma è a disposizione dell’autorità giudiziaria all’obitorio dell’ospedale Carlo Urbani. La bici non presentava evidenti danni ma Massimo, gigante buono, nella vita coltivatore diretto nell’azienda di famiglia a Santa Lucia, potrebbe aver perso il controllo, poco dopo una curva e in forte pendenza, in seguito al passaggio di un’auto o di un camion prima di finire nel canale di scolo che non presenta griglie di protezione. La ruota anteriore della bici che usava quotidianamente da quando non aveva più la patente, avrebbe urtato un delineatore di margine stradale che è stato divelto. Non si esclude nemmeno un malore, in passato Massimo aveva avuto qualche problema di salute. In mattinata domenica il 44enne aveva partecipato alla Caminada de San Giuseppe con i suoi amici del bar ‘Al Tasso alcolico’ aggiudicandosi anche il secondo premio per il gruppo più numeroso (45 componenti). Poi nel pomeriggio una parentesi conviviale con gli amici nella piccola trattoria finita però nel peggiore dei modi. In serata quando gli agenti hanno comunicato il tragico incidente ai genitori anziani, il babbo ha avuto uno choc fortissimo tanto da aver bisogno dell’intervento dei sanitari. "Massimo era una persona umile e sincera. In una parola un buono – racconta commosso Marco Silvestri che gestisce il Circolo Arci La casa di Carte, frequentato dal 44enne -. Una vera disgrazia per tutti noi. Stiamo pensando di organizzare una raccolta fondi per la famiglia: i genitori contavano molto sul loro unico figlio che lavorava in campagna ma anche come aiuto muratore o falegname nei periodi in cui non c’era bisogno nei campi". "Ciao Massi - aggiunge il suo amico Alessandro - sei stato un grande amico di tutti, sembravi a volte burbero ma avevi un cuore morbido e dolce che donavi volentieri agli altri senza riserve, ci mancherai. Buon viaggio".