Incidente Senigallia, il camionista: "Chiedo perdono per la morte di Elisa e Sonia"

Massimo Renelli, che ha investito le due donne, non riesce a darsi pace. "Vorrei incontrare le famiglie". La replica: "No, paghi"

Massimo Renelli ha investito e ucciso Sonia Farris (a sinistra) ed Elisa Rondina (destra)

Massimo Renelli ha investito e ucciso Sonia Farris (a sinistra) ed Elisa Rondina (destra)

Ancona, 9 gennaio 2020 - «Era buio, non vedevo nulla, quando ho sentito l’urto ho sperato che fosse un animale. Adesso non mi do pace e voglio incontrare al più presto i familiari delle vittime se loro lo vorranno". E’ distrutto e disperato per l’accaduto Massimo Renelli, 47 anni, l’autostrasportatore arrestato a Senigallia, all’alba dell’Epifania, dalla polizia per duplice omicidio stradale aggravato. L’uomo ha investito e ucciso lungo la provinciale arceviese due donne di Colli al Metauro mentre era alla guida della sua Fiat Grande Punto con un tasso alcolico 4 volte superiore al minimo consentito (aveva 2,02).

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Ieri mattina, in tribunale ad Ancona, ha parlato così davanti al gip Sonia Piermartini durante l’udienza di convalida, assistito dai suoi avvocati Tommaso Rossi e Marusca Rossetti. Il suo primo pensiero è andato ai familiari di quelle due vite stroncate, Sonia Farris, 34 anni, parrucchiera ed Elisa Rondina, 43 anni, insegnante. Ma dai parenti delle vittime nessuna apertura nei suoi confronti. "Non lo perdonerò mai – ha detto Andrea Farris, fratello di Sonia – io e mio padre facciamo lo stesso suo mestiere, siamo autotrasportatori, non doveva mettersi alla guida se aveva bevuto. Un incidente così non si perdona. Noi ancora non abbiamo visto Sonia, di sicuro non vogliamo vedere lui".

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Il papà della 34enne parrucchiera, Giuseppe, chiede giustizia. "Lui è vivo – ha detto il genitore – mia figlia non c’è più. In strada non doveva andare". Le due amiche erano appena uscite dalla discoteca Megà (lo stesso locale dove aveva passato la serata il camionista) prima che si consumasse la tragedia ed erano dirette a riprendere la propria auto lasciata parcheggiata fuori dal piazzale del locale da ballo perché il parcheggio interno era pieno.

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Renelli era arrivato in discoteca attorno all’1.30, dopo aver cenato con la ex compagna e i loro due figli. Non era solito andare a ballare ma quella sera è stata la sua compagna ad invitarlo a passare perché ci sarebbe stata anche lei. Poco dopo le 4 è andato via. Dopo aver percorso pochi metri ha detto che un’auto che procedeva dal senso opposto a quello suo lo ha abbagliato con i fari e poi ha sentito di aver urtato qualcosa. Appena è riuscito ad accostare in sicurezza si è fermato sperando di aver urtato un animale e non delle persone. Ma così non è stato.  

Il camionista non si sarebbe distratto parlando al cellulare. "Non è stato oggetto di contestazione – ha precisato l’avvocato Rossi – il nostro assistito è distrutto. La situazione è dolorosissima per tutti, Renelli è padre di due bambini, tante vite sono state distrutte".

Sempre al gip il 47enne ha spiegato di non sentirsi alterato, anche se è risultato positivo al test dell’alcol, per questo si era messo alla guida anche se aveva bevuto alcuni drink. Doveva fare solo pochi chilometri di strada. "La velocità con cui procedeva era consona alla strada – ha sottolineato l’avvocato Rossi – lì c’è il limite di 70 chilometri orari, lui era partito da qualche centinaia di metri dal parcheggio della discoteca".  

Il gip Piermatirni ha convalidato l’arresto per omicidio stradale plurimo aggravato disponendo come misura cautelare i domiciliari che trascorrerà a casa della madre. Oggi è prevista l’autopsia sui corpi delle due donne che sarà effettuata all’ospedale di Torrette dal medico legale Manuel Papi incaricato dal pm Ruggiero Dicuonzo.

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