VALERIO CUCCARONI
Cronaca

Maturità, la festa dei 100 giorni. Stampate le magliette ricordo

Anna Celotti, rappresentante studenti del Rinaldini: "Unione e amicizia, abbiamo dormito insieme". Al liceo Galilei tutti in agriturismo ad Acqualagna: "Cibo e risate, ci siamo divertiti da pazzi".

Le maglie ricordo per i 100 giorni all’esame stampate dagli studenti del Galilei

Le maglie ricordo per i 100 giorni all’esame stampate dagli studenti del Galilei

Ieri le classi quinte di tutte le scuole italiane hanno festeggiato i cento giorni all’esame, un rito che resiste da quasi duecento anni. In effetti, continua a svolgersi da metà Ottocento, quando, secondo la tradizione, nacque all’Accademia Militare di Torino, dove si iniziò a calcolare la fine della ferma con l’espressione piemontese "Mak P Cènt" ("mancano più di cento giorni"); quindi si diffuse a Modena, infine dalle accademie militari alle scuole.

"I cento giorni solo un momento che la maggior parte di noi studenti trascorre con i propri compagni di classe", racconta la rappresentante degli studenti del liceo Rinaldini Anna Celotti, "è una vera e propria convivenza: molti gruppi classe decidono di affittare delle case per una o due notti". E cosa succede? "Durante questi momenti", spiega Celotti, "si respira un’aria di unione e amicizia: si dorme, si cucina, si passano tutti i momenti insieme".

Al liceo Galilei, due quinte si sono unite per risparmiare e per via delle amicizie tra compagni delle due classi. Hanno approfittato del fine settimana per andare tre giorni ad Acqualagna, in un agriturismo, che hanno avuto a disposizione per intero. Hanno dormito e hanno trascorso insieme le giornate in un grande spazio, con cucina professionale, sala da pranzo e zona relax con tv, divani, ping pong e biliardino. "Abbiamo cucinato sempre i pasti in cucina", racconta un maturando, "abbiamo fatto anche una grigliata a pranzo", precisando che "è un obbligo per i cento giorni".

Hanno cantato, giocato e si sono divertiti. Avevano persino stampato le magliette personalizzate con il soprannome e il numero del registro, corredandole con una frase goliardica. "La maglietta è un altro obbligo", precisa Riccardo Montanari della 5M, "ogni classe la personalizza a modo suo." Per lui e per i suoi compagni, il luogo del rito era "stupendo, in mezzo alla natura; il tempo era ottimo e siamo stati molto bene. Abbiamo legato fra classi riuscendo a sfuggire per qualche giorno alla scuola, rendendoci conto che i cinque anni di superiori, che sembravano così lunghi, sono volati e l’anno prossimo non staremo più insieme, tra i banchi."