Medici no vax, il preside di Medicina: "Demansionati i sanitari senza il vaccino"

Posizione netta del professore Mauro Silvestrini

Mauro Silvestrini

Mauro Silvestrini

Ancona, 4 luglio 2021 - Il professor Mauro Silvestrini è il nuovo preside della Facoltà di medicina e Chirurgia dell’Università Politecnica delle Marche. Lo ha deciso il voto interno alla facoltà con Silvestrini che ha ottenuto il 90% dei consensi. Un proforma in pratica, visto che il primario della clinica neurologica dell’ospedale di Torrette era l’unico candidato dopo il ritiro di Andrea Ciavattini, capodipartimento del Salesi. L’ateneo ha scelto la continuità sotto il profilo della linea operativa da seguire. Silvestrini, infatti, è stato il vice dell’ex preside di facoltà, Marcello D’Errico, con cui ha condiviso il percorso degli ultimi anni, compreso il durissimo periodo della pandemia. La stessa cosa, ossia un legame tra vecchie e nuove leadership, era stato scelto al tempo anche per la successione in Rettorato: da Sauro Longhi al suo vice, Gian Luca Gregori. Ufficialmente Silvestrini inizierà il suo incarico triennale il primo novembre, in realtà il docente e apprezzato medico è già in possesso delle piene funzioni. Con lui abbiamo affrontato diversi temi, legati in particolare alla pandemia ovviamente, dai sanitari no-vax al futuro operativo del più grande ospedale.

L'ultimo bollettino Covid delle Marche

Professor Silvestrini, è normale il fatto che si sia arrivati all’elezione del nuovo preside con un solo candidato? "Direi di sì, alla fine c’è stata una graduale convergenza sul mio nome".

C’era però un altro competitore, il professor Andrea Ciavattini: poi cosa è successo? "Ciavattini, collega molto apprezzato e di grande buon senso, ha deciso di fare un passo indietro per tenere unita la facoltà ed evitare una spaccatura. Lui ha garantito il suo sostegno alla mia candidatura, insomma, tutto bene".

Quale situazione eredita alla guida della facoltà, ma soprattutto all’interno dell’ospedale regionale di Torrette, compresi i presidi Lancisi e Salesi? "Un quadro stravolto dalla pandemia, il virus ha condizionato tutto, compresa la missione dell’ospedale, trasformato in due parti ormai. Ora la situazione è più tranquilla, ma il pericolo non è passato".

Come ha lavorato la direzione aziendale negli ultimi 18 mesi secondo lei? "Molto bene direi, ha saputo gestire le cose agevolando il cammino verso la normalizzazione. Il rapporto con la facoltà è ottimo".

La ripresa dell’attività sanitaria, tuttavia, oltre il Covid, sembra molto lenta. Interventi di elezione, diagnostica, visite specialistiche e così via, prenotare è di nuovo difficilissimo a Torrette, come mai? "Stavolta non sta andando e non andrà come lo scorso anno, quando l’emergenza pandemica sorprese tutti e non fu facile organizzare il sistema. Ora, terminata praticamente l’emergenza Coronavirus (restano 3 pazienti Covid a Torrette, ndr.) siamo a buon punto. Non abbiamo trascurato le altre patologie, garantendo cure e attenzione soprattutto a quelle croniche. La presa in carico dei pazienti più fragili è stata garantita. Venendo nello specifico della sua domanda, nell’ultimo mese sono stati sbloccati gli interventi di elezione e i ricoveri sono garantiti".

A proposito di virus, cosa pensa dei suoi colleghi sanitari ancora ostinatamente contrari alla vaccinazione anti-Covid? "La mia posizione in materia è molto netta. I sanitari che non si vaccinano vanno demansionati, a costo di essere rigido. Ritengo assurdo non vaccinarsi per opinioni personali".

Di che numeri stiamo parlando? "Non li conosco nel dettaglio, ma per fortuna si tratta di poche decine di sanitari ‘ribelli’, tra cui, è bene puntualizzarlo, ci sono anche soggetti che davvero non possono vaccinarsi per motivi diversi. Mi risulta che di medici ‘no-vax’ non ce ne siano, o quanto meno si contano sulle dita di una mano".

Demansionare personale significa meno forze nei reparti, specie con l’esodo di infermieri a causa del concorso? "Alcuni problemi ci sono, ma le posso garantire che la situazione non è così drammatica come sembra dall’esterno".

Il pronto soccorso è sotto pressione: cosa pensa di fare? "Bisogna migliorare la collaborazione con altri ospedali ed evitare che tutti vengano qui. Per fortuna pare che la collaborazione coi medici di base per fare filtro stia dando già buoni risultati. Il pronto soccorso di Torrette curi i casi più seri, i traumi lievi non vengano qui".