Mercanti, mecenati e amministratori La storia della famiglia Benincasa

Il prof Alessandro Mordenti ne traccia il profilo completo dal XV secolo all’Ottocento a partire dalle gesta di Dioniso

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Una famiglia tra le più importanti della città che dal XV secolo sino all’800 ha dato ad Ancona mercanti lungimiranti, mecenati, validi amministratori, poeti, scienziati e importanti presbiteri: i Benincasa. Su questa nobile famiglia, sul suo palazzo in via della Loggia e sulla sua biblioteca è stato scritto un libro dal prof Alessandro Mordenti, già direttore dell’Archivio di Stato di Ancona e docente all’Università di Urbino. Si tratta di un’opera che è un vero gioiello da tenere tra i libri che parlano di Ancona e della sua storia millenaria, edito da il Lavoro Editoriale, con testi in italiano ed in inglese.

L’avvento di questa famiglia inizia nel XV secolo con Dioniso, commerciante, proprietario di una flotta, raffinato diplomatico e illuminato amministratore cittadino. Le doti di questo personaggio scivoleranno a cascata su tutta la sua discendenza che sarà caratterizzata, sino alla sua estinzione, da un grande amore verso la città e i suoi abitanti. Una caratteristica non sempre scontata nella nobiltà anconetana. Fu Dioniso, ad esempio, a contribuire alla realizzazione di uno dei palazzi più belli di Ancona, la Loggia dei Mercanti, fu Cinzio, grande poeta e famoso diplomatico a portare Ancona ad essere considerata politicamente a livello internazionale, fu Grazioso, scienziato cartografo a porre le prime basi della moderna geografia inalzando la città tra quelle più note in questo settore e fu Luciano, nel XVIII secolo a far sì che Ancona avesse la sua prima biblioteca pubblica e quindi aperta a chiunque, in contemporanea con la nascita delle biblioteche pubbliche nelle grandi capitali d’Europa. Ma fra tutte l’attività più fiorente della famiglia fu sicuramente quella mercantile con Stefano che nel XVI secolo era il mercante più importante di Ancona con le sue navi che trasportavano stoffe e sete, pellami, carta, spezie che da Costantinopoli giungevano nel porto dorico per essere poi portate nelle più ricche città italiane ed europee. Mordenti nella sua preziosa ricerca, scrive di ognuno di questi personaggi, della loro vita e delle loro indiscusse capacità raccontando attraverso essi tutta la storia di questa famiglia e del palazzo in via della Loggia. Interessante la descrizione degli affreschi, del piano nobile, che raffigurano i luoghi più importanti di Ancona come erano nel XVIII secolo. I Benincasa vollero nelle volte delle loro stanze le immagini di piazza Grande, del palazzo degli Anziani, dell’arco di Traiano, del Lazzaretto, della fontana del Calamo, del palazzo del Governo non paesaggi fantastici come era nelle mode dell’epoca. Anche questo segno inequivocabile del loro attaccamento alla città.

Claudio Desideri