Ancona, l'esorcista non ha dubbi. "Furto sacrilego per messe nere di Pasqua"

Don Paolo Sconocchini, esorcista della Diocesi, non ha dubbi: "Celebrano l’Eucarestia al contrario" per Osimo

Don Paolo Sconocchini, esorcista della Diocesi

Don Paolo Sconocchini, esorcista della Diocesi

Ancona, 25 marzo 2018 - «Pasqua è Resurrezione ma per i satanisti significa ben altro e il Venerdì Santo in particolare celebrano l’Eucaristia al contrario. Il furto sacrilego nella chiesa di San Francesco alle Scale mi fa pensare a quella finalità, all’uso delle ostie per celebrare messe nere».

Di dubbi ne ha pochi don Paolo Sconocchini, parroco esorcista al servizio della parrocchia di San Carlo a Osimo dal 2014 dopo essere stato per anni in quella dei Ss. Cosma e Damiano nel capoluogo dorico. «E’ chiaro che se l’oggetto rubato non ha valore commerciale significa che i ladri puntano al contenuto. Potrebbero aver intenzione ad esempio di pestare quelle ostie per offrirle al demonio – spiega don Sconocchini –. E’ una teologia al rovescio quella dei Satanisti: il Venerdì Santo alle 15, ora in cui Gesù muore e i cristiani chiedono il riscatto da Satana, loro tornano al diavolo».

Di episodi del genere nei dintorni non se ne sono contati molti nel giro degli ultimi anni, anzi: «Eppure so per certo che in concomitanza delle feste pasquali questi gruppi legati al mondo dell’occulto si riuniscono per celebrare i loro riti».

Sebbene quei gruppi, non siano tutti uguali: «Il Satanismo si declina in diverse maniere, c’è quello razionalista, in cui Satana è un simbolo di sola trasgressione, occultista, dove viene venerato come se fosse una persona, e acido, in cui Satana è pretesto per dar sfogo alle pulsioni, per cui giovani, spesso, si riuniscono per praticare abusi anche di tipo sessuale, torture magari su animali e assumere droga. Il tutto è riassumibile nel motto ‘fai quello che vuoi, il bene è ciò che ti piace’, un rifiuto radicale del Cristianesimo cui si aggiunge la predicazione della rivolta contro l’autorità, che sia lo Stato o la figura genitoriale, e l’appello alla violenza, alla perversione sessuale».

Da non trascurare i simboli che usano: «C’è la croce rovesciata, la stella a cinque punte (che non ha niente a che vedere con la stella di David a sei), il Bafometto, una figura pagana con testa di ariete e corna all’indietro, il segno della bestia esprimibile numericamente con 666 o con le lettere dell’alfabeto ripetute fff (sesta lettera dell’alfabeto) e la croce di Nerone che ha le braccia spezzate per distinguersi dal Cristianesimo».

Questo in particolare è un momento buio su tutti i fronti, sostiene il parroco, dal punto di vista morale fino a quello politico: «Anche i nostri nonni commettevano il male, non voglio essere frainteso, ma c’era un’idea più chiara di cosa fosse bene e cosa male ed erano consapevoli di commetterlo. Oggi invece, parlando con qualche ragazzotto, si capisce che il bene è quello che non piace e il male è quello che attira. ‘E’ vero quello che credi’, è il motto odierno, che è poi il messaggio della ‘new age’. Tra i motivi di una tale deriva ravviso la mancata presenza dei genitori e la sempre più crescente solitudine dei figli».