"Messi a dura prova dall’influenza Così i pronto soccorso vanno in crisi"

Mario Caroli, primario di emergenza a Jesi e coordinatore Gores Marche: "Arrivano molti anziani scompensati. I tempi di attesa per ricoverarli sono il vero problema. Sarebbe opportuno consultare i medici di famiglia"

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"L’influenza, unita al sempre più forte invecchiamento della popolazione a cui corrisponde un taglio invece che un potenziamento di posti letto e al fatto che la popolazione dopo due anni di Covid è spaventata, stanno mettendo a dura prova anche il nostro pronto soccorso". Così Mario Caroli primario del reparto di Emergenza Urgenza del pronto soccorso dell’ospedale di Jesi Carlo Urbani e coordinatore del Gores Marche.

Dottor Caroli, quali le maggiori criticità in questa fase di grande diffusione dell’influenza che si aggiunge ai casi Covid ancora presenti?

"Arrivano molti anziani scompensati, dalle case di riposo ma anche dalle famiglie che non riescono a gestirli. Si pensa spesso di trovare nel pronto soccorso risposte a problemi sociali, ma il percorso di invecchiamento va gestito per tempo. Alcuni anziani vengono portati perché hanno il Covid e le loro badanti si rifiutano di assisterli. Nel limite del possibile cerchiamo di assisterli in isolamento ma quando c’è un iperafflusso come in questi giorni non è semplice. Notiamo inoltre che molti pazienti saltano il passaggio al medico di famiglia che invece è la figura fondamentale di riferimento che, in caso di effettiva emergenza urgenza, può attivare direttamente il pronto soccorso. La criticità forse maggiore è il boarding: il tempo di attesa di un posto letto per chi necessita di ricovero (si arriva anche a tre giorni, ndr). Questi pazienti ognuno con terapie farmacologiche da seguire scrupolosamente, richiedono grandi energie anche da parte del personale infermieristico ed oss".

Dunque la raccomandazione è di non fiondarsi in pronto soccorso, ad esempio in caso di febbre alta?

"Il primo filtro è il proprio medico di famiglia o la guardia medica nei festivi. Gli accessi inappropriati rallentano e allungano i tempi della presa in carico dei pazienti che hanno effettiva necessità del pronto soccorso. Sarebbe opportuna una campagna informativa della popolazione. In caso di trauma con sospetta frattura ad esempio il medico di famiglia può richiedere direttamente una radiografia urgente in pronto soccorso".

Ma quanto si attende mediamente al pronto soccorso?

"I pazienti in codice bianco visitati entro i 120 minuti, in area vasta 2, sono saliti dal 73,5% al 74,2%, si sale all’81% entro le quattro ore sempre per i codici meno gravi. I codici arancione per il 61,2% entro i 15 minuti (erano il 37,3 nel 2021) e gli azzurri per il 59,3 entro i 60 minuti. Tempi diminuiti grazie anche ai contratti dei neolaureati che effettuano i codici meno gravi e fanno scendere l’attesa anche per gli altri codici, liberando personale medico. Sarebbe utile che anche gli specializzandi al primo e secondo anno possano mettersi al servizio e operare con potere di firma come i neolaureati".

Sara Ferreri