Micro zone arancioni contro nuovi focolai

Il governatore Acquaroli: "Vogliamo mantenere il giallo e ora verificheremo come intervenire". Le Marche nella lista nera della Svizzera

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di Alfredo Quarta

Micro zone, più arancioni che rosse, per limitare la diffusione del virus e controlli serrati da parte delle forze dell’ordine. Sono le due questioni sul tavolo della Regione e sulle quali sta lavorando negli ultimi giorni il governatore Francesco Acquaroli. Un susseguirsi di incontri e informazioni richieste ai tecnici per cercare di capire l’andamento del Covid sopratutto nella provincia di Ancona dopo i dati sono allarmanti. "Conosciamo bele la situazione – dice il presidente – e nelle prossime ore decideremo come muoverci. Una cosa è certa, vogliamo in tutti i modi mantenere la fascia gialla e per questo, se sarà necessario, adotteremo dei provvedimenti nelle zone dove il virus è maggiormente presente".

Nell’Anconetano, come riportato nello schema a fianco, sono due le aree più a rischio: a sud di Ancona da Osimo a Loreto pasando per Castelfidardo, e poi la zona montana del Fabrianese che confina con l’Umbria ormai quasi tutta zona rossa per il diffondersi delle varianti del virus.

E’ evidente che stando anche alle indicazioni degli studiosi nazionali il miglior rimedio per circoscrivere la diffusione è quello di fermare le attività in micro zone come accaduto all’inizio della pandemia in Veneto. Ma tutto dipenderà, nelle prossime ore, dall’analisi degli ultimi dati che arriveranno in Regione. Al momento l’Rt si aggira intorno all’1, qualcosina sotto, ma più alto di una settimana fa quando la regione è passata in fascia gialla. Anche sul fronte dei ricoveri si assiste a una sostanziale stabilità sia nei reparti che nelle terapie intensive che, comunque, sono sempre poco sopra le soglie di criticità. Proprio per questo il governatore Acquaroli vuole contenere al massimo lo sviluppo di ulteriori focolai che possano ‘condannare’ le Marche a una retrocessione in zona arancione come sta per accadere alla Toscana. E per farlo ha chiesto anche ai prefetti maggiori controlli da parte delle forze dell’ordine soprattutto per il carnevale alle porte che potrebbe provocare assembramenti e quindi rischi di ulteriore diffusione del virus.

La ciliegina sulla torta, poi, è arrivata ieri sera dalla Svizzera che ha inserito le Marche, con Puglia e Umbria, nella lista delle zone più a rischio Covid, insieme a sette nuove regioni francesi - tra cui l’Ile de France che comprende Parigi - e ai laender tedeschi di Sassonia-Anhalt e Brandeburgo. Dal 22 febbraio, prevede il Paese elvetico, per chi proviene da queste aree e dai Paesi inclusi nella lista sarà obbligatorio un test negativo effettuato 72 ore prima e una quarantena obbligatoria di 10 giorni, riducibile a 7 in caso di un secondo tampone negativo. Incredulo il presidente Acquaroli: "Vorrei sapere in base a quali numeri è stata presa questa decisioni che ha dell’incredibile. Domani (oggi, ndr) chiederò spiegazioni perchè è tutto ingiustificato".