Tangenti Marche, mille euro per regalargli la festa di laurea della figlia

Ecco le 'mazzette' pagate al funzionario Euro Lucidi: anche buoni benzina, tablet, telefonini e legna per facilitare le imprese 'amiche'

Corruzione, tangenti nelle Marche

Corruzione, tangenti nelle Marche

Ancona, 15 giugno 2022 - La festa di laurea della figlia, pieni di carburante, l’utilizzo di auto pagate dagli imprenditori che avrebbe aiutato per aggiudicarsi gli appalti e persino forniture di legna da ardere e di olio di oliva pregiato.

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Sarebbero stati questi i vantaggi percepiti dal funzionario della Regione Euro Lucidi finito in carcere per corruzione nell’inchiesta dei carabinieri forestali. Il deus ex machina di un sistema che sarebbe andato avanti almeno dal 2018. Per la festa di laurea della figlia del dipendente regionale arrestato, gli imprenditori Mariotti avrebbero pagato un conto da quasi mille euro in un ristorante di Senigallia, fatto passare per spese pasti dei propri operai. Il funzionario avrebbe goduto anche di riparazioni meccaniche gratuite per auto e motorini di casa oltre a forniture di tablet e telefonini, tutto gratis.

Nel mirino della Procura sono finiti almeno cinque appalti pubblici assegnati con il giro corruttivo, per un valore complessivo di 1 milione e 200mila euro. Due appalti in provincia di Ancona relativi alla manutenzione ordinaria del fiume Esino a Moie, assegnato in autunno 2020 all’azienda agricola di famiglia di Enrico Cesaroni, e la manutenzione ordinaria del fiume Misa andata ai fratelli Mariotti.

Due appalti assegnati hanno riguardato la provincia di Pesaro e Urbino, uno a Pergola e l’altro nel comune di Piandimeleto. Il quinto riguarda la provincia di Ascoli Piceno, il più consistente, nel comune di Ripatransone, per oltre 900mila euro, affidato ai fratelli Rozzi. Il funzionario arrestato, anche con la collaborazione di altri due colleghi non indagati per corruzione ma per falso e rivelazione di segreti d’ufficio, si sarebbe adoperato per favorire le imprese amiche, condizionando gli esiti delle gare attraverso rivelazioni di informazioni riservate.

Insomma una sorta di "arbitro" degli appalti che cercava di far lavorare tutti traendone dei guadagni personali. In una intercettazione ambientale si sentirebbe un imprenditore dirgli: "Ti do mille euro". Lucidi risponderebbe di no ma poi si sentirebbe il fruscio dei soldi messi in tasca. Dei 24 indagati la corruzione è contestata a 10 imprenditori (tre sono a piede libero), residenti nelle provincie di Ancona, Ascoli Piceno, Pesaro Urbino ed Arezzo, e al funzionario della Regione Marche finito in carcere.

Numerosi sono gli indizi emersi di tangenti in denaro e in utilità percepite da Lucidi per fornire agli imprenditori informazioni utili a condizionare gli esiti delle gare di appalto. Il funzionario arrestato, in concorso con 2 colleghi impiegati in Provincia di Pesaro Urbino, risulterebbe essersi prodigato anche per consentire ad una delle società corruttrici di aggiudicarsi il ribasso d’asta per un lavoro in provincia di Pesaro Urbino, attraverso false integrazioni di lavori in realtà mai realizzati, ma regolarmente liquidati dalla Regione Marche.

Tra i soggetti indagati per turbativa d’asta si contano anche 2 funzionari della Regione Marche (ex Genio Civile) di Ascoli Piceno, che avrebbero condizionato l’esito della gara del valore di oltre 900mila euro per lavori su aste fluviali da eseguirsi nel Comune di Ripatransone. Dalle attività investigative condotte è emerso come i due imprenditori ascolani arrestati, i fratelli Rozzi, dopo essere venuti a conoscenza del bando di gara, abbiano individuato delle società conniventi, alcune delle quali contattate dal funzionario della Regione Marche, con le quali si sarebbero accordati per presentare un’offerta pilotata e quindi aggiudicarsi l’appalto: il tutto in concorso con i funzionari ascolani che si adoperavano per invitare a presentare le offerte proprio alle società indicate dagli imprenditori stessi.