Minacce al virologo Silvestri dal 'teammorte'

Covid, il professore ha ricevuto attacchi anche verso la madre defunta: "Ora cercano persino di hackerarmi"

Senigallia, 21 febbraio 2022 - Il virologo senigalliese Guido Silvestri ancora nel mirino del team morte dopo gli insulti rivolti alla madre: "Hanno cercato di hakerare il mio profilo twitter". Ormai è più che una pista quella per risalire ai responsabili che, dopo aver rivolto insulti rassisti, antisemiti, hanno preso di mira il virologo Silvestri insultando anche sua madre, la dottoressa Gabriella Tarozzi, scomparsa nel 2018.

Sfide del Covid, il prof Silvestri all’incontro - Il prof Silvestri bersagliato dai negazionisti 

Guido Silvestri, immunologo di Senigallia
Guido Silvestri, immunologo di Senigallia

"Dalle informazioni che abbiamo i responsabili sono i gestori di un ‘parody account’ anonimo dal quale sono partiti, nell’ordine, insulti razzisti (alla banner di Black Lives Matter), commenti antisemiti (per il premio della Biblioteca della Shoah) e perculate nei confronti di mia madre – scrive Guido Silvestri sul suo profilo Facebook – stiamo cercando di scoprire chi siano, ma nel frattempo abbiamo fatto la lista di chi segue e mette i like a questa roba, e nei prossimi giorni decideremo come procedere". Il gruppo è noto come ‘teammorte’.

"Non sono i soliti no-vax, ma il gruppo noto come ‘teammorte’ – prosegue il professor Silvestri – sono quei soggetti che, come ha spiegato bene Roberto Burioni, da marzo 2020 sfruttano la pandemia per acquisire visibilità mediatica spargendo terrore. Tra loro diversi ex-ricercatori falliti convinti di poter insegnare ad altri quello che loro stessi non sono mai stati in grado di fare. In una cosa però bisogna ammettere che sono bravissimi: perculare persone morte nascondendosi dietro account anonimi".

Un odio smisurato per gli scienziati: "Siamo un’alternativa scientificamente forte e comunicativamente efficace alla loro narrazione terrorista. Gridano alla ‘pericolosità dell’ottimismo’ e ci accusano di negazionismo – afferma – ma a loro di ridurre le sofferenze umane importa poco o punto, ed il loro lamentare i morti non è empatia, ma opportunismo. Se salgono i decessi questi esultano, anche sguaiatamente, perché così continua il terrore".

Durante la prima e la seconda ondata della pandemia Silvestri aggiornava il suo profilo social con la rubrica ‘Pillole di ottimismo’: in poche e chiare righe raccontava giorno dopo giorno la strada per arrivare al vaccino, ma anche le varie scoperte e le tante possibilità per sconfiggere il Covid: "E adesso ci odiano ancora più che mai, perché ci vedono come portabandiera di un ritorno alla normalità di cui sono terrorizzati. Perché con l’avvicinarsi della fine dello stato di emergenza sono come cani a cui è stato tolto l’osso dalla bocca".