
Famiglia in difficoltà economiche è costretta a lasciare l’appartamento in quanto morosa da un anno: il collettivo interviene per posticipare il provvedimento presentato dall’ufficiale giudiziario.
Si tratta di uno dei tanti casi in città in cui le famiglie non riescono a coprire il costo dell’affitto per una serie di problematiche personali.
Nel caso specifico, quella di via Pesaro aveva anche un minore a carico e non avendo un’alternativa per vivere, se non restare per strada, si è convenuto di spostare lo sfratto di due mesi. Ieri mattina alle 8.30 in via Pesaro sono arrivati l’ufficiale giudiziario, l’avvocato della proprietà e anche una dozzina di agenti della questura che sapevano della protesta.
Il collettivo sociale che ha svolto una sorta di presidio davanti al palazzo in questione srotolando striscioni, ha svolto un ruolo decisivo.
Presenti sostenitori in arrivo anche da fuori regione, grazie anche alla presenza di Asia Usb, La Cupa Spazio Autogestito, Falkatraz per la costituzione di spazi pubblici, Casa del Popolo Teramo, Campetto occupato, Gruppo Malatesta Ancona. Sul posto era presente anche i consigliere comunale Francesco Rubini di Altra Idea di Città. Grazie a questa mobilitazione è stato deciso di rinviare lo sfratto a novembre.
"La casa è un diritto – spiega il coordinamento del collettivo –. Il tema dell’emergenza abitativa, del caro affitti e delle pratiche bancarie esose non deve più essere sottovalutato. La povertà dilaga ad Ancona più che in altre aree dell’Italia. Ci sono persone, di qualsiasi estrazione sociale, che si ritrovano a dover scegliere se pagare l’affittomutuo o onorare le utenze". Sulla situazione della famiglia in questione si stanno interessando i servizi sociali del Comune.