Perché il mosciolo rischia di scomparire

Il biologo Danovaro: "Inquinamento e clima lo stanno sterminando. Bisogna proteggerlo"

Ancona, 26 marzo 2023 – La scorsa estate, per l’Europa è stata la più calda degli ultimi 500 anni. Una crisi climatica globale che ha interessato anche l’Adriatico e uno dei frutti più amati dagli anconetani, il Mosciolo selvatico di Portonovo. Il Carlino ha intervistato il prof Roberto Danovaro, biologo e docente di Ecologia e Sostenibilità ambientale all’Università Politecnica delle Marche.

Roberto Danovaro, docente di Ecologia e Sostenibilità ambientale alla Politecnica
Roberto Danovaro, docente di Ecologia e Sostenibilità ambientale alla Politecnica

La scorsa estate si è verificato uno degli scenari più delicati nella storia del mosciolo. Cosa dobbiamo aspettarci?

"Facciamo troppo poco e male per proteggere il nostro capitale naturale. Pensare che i beni forniti dalla natura possano continuare nonostante un prelievo indiscriminato e inquinamento è follia. I cambiamenti climatici riguardano anche il mosciolo che risentirà in modo forte della riduzione della piovosità, dell’apporto di nutrienti al mare e di fitoplancton di cui si ciba. La crisi idrica e la non protezione ambientale possono essere letali".

Quali azioni considera necessarie per salvaguardare la sua sopravvivenza?

"Tutte le zone come quella dove risiede il mosciolo dovrebbero avere un piano di protezione che non è stato sviluppato nella nostra regione con delle misure atte a limitare l’apporto di sostanze inquinanti al mare, a gestire in maniera attenta la fascia costiera e ad assicurare che venga rispettata la legge rispetto alla pesca illegale e alle turbo soffianti che con la loro attività ricoprono gli scogli di fango, impedendo ai moscioli di insediarsi".

Quali sono gli elementi che influiscono sulla sopravvivenza del mosciolo?

"Il mosciolo è una specie molto robusta. Il fatto che sia soggetta ad una crisi come quella che abbiamo registrato ci indica che i fattori ambientali influiscono in maniera forte sul Conero. Il problema è reale perché basta andare dall’altra parte dell’Adriatico, le acque sono cristalline ma non c’è cibo e neanche il mosciolo. Con la crisi idrica e l’illegalità della pesca il mosciolo rischia di scomparire".

Come si potranno bilanciare l’aspetto economico e quello socioculturale?

"Il capitale economico e quello sociale sono legati al capitale naturale. Sostenere l’ambiente in modo sostenibile è un vantaggio per tutti e tre. Proteggere significa gestire un bene in modo accurato".

Il mosciolo rischia di scomparire: l'esperto spiega perché
Il mosciolo rischia di scomparire: l'esperto spiega perché

La pesca amatoriale del mosciolo per il consumo in famiglia potrà continuare?

"Questa è una bellissima tradizione sostenibile che fa parte della cultura del mare e che spero possa continuare ma con prospettive di progressivo declino delle popolazioni di moscioli. Sarebbe necessario ragionare sulle quote che nel tempo si potranno utilizzare per evitare che siano sterminati. Basta gestire la situazione".

L’Area marina protetta potrebbe rappresentare una soluzione?

"L’istituzione dell’Amp non deve essere considerata come un problema di fazioni politiche. Tutti dovrebbero avere cura di un bene comune come la natura. Se questo non è avvenuto è solo per interessi di lobby che non hanno nulla a che fare con quelli dei cittadini. Abbiamo il dovere di proteggere la costa del Conero perché è già stata disegnata con legge di interesse comunitario. La differenza è che se istituiamo l’Amp, le risorse necessarie invece che pagarle con le tasse dei cittadini lo si fa con i fondi che il Ministero ha già messo a disposizione".