RAIMONDO MONTESI
Cronaca

Musica, canto e versi alla Mole: "Improvvisazione su testi di Zanzotto"

Lo spettacolo curato da Stefano Del Bianco oggi al festival "La punta della lingua". Numerosi gli eventi in cartellone

Stefano Dal Bianco, vincitore del Premio Strega Poesia con ‘Paradiso’

Stefano Dal Bianco, vincitore del Premio Strega Poesia con ‘Paradiso’

Un’altra ricca giornata di eventi alla Mole Vanvitelliana di Ancona per il festival ‘La Punta della Lingua’. Dopo ‘Laura Cereta. Lettere scelte’ (ore 17), alle 18 sarà presentato il libro ‘Poesia ibrida’ di Valerio Cuccaroni. A seguire (ore 19). ‘Il loro grido è la mia voce. Poesie da Gaza’, con i curatori Antonio Bocchinfuso, Mario Soldaini e Leonardo Tosti. Interverrà Fabio Burattini di Amnesty International. Al Lazzabaretto (ore 23) ‘Wordotheque’, Pj-set di Sergej Timofeev. L’evento più atteso della giornata è ‘Gli sguardi i fatti e senhal’ (ore 21.30), presentato come ‘rituale collettivo di improvvisazione su testi di Andrea Zanzotto’, tratti dall’opera omonima. Musiche originali di Luigi Cinque (fiati, pianoforte, tastiere, elettronica), trattamento testi e voce recitante Lello Voce. Sul palco anche Giovanna Famulari (violoncello, canto) e Urna Chahar Tugchi (canto). L’introduzione letteraria a cura di Stefano Dal Bianco, vincitore del Premio Strega Poesia con ‘Paradiso’. Lo spettacolo è in collaborazione con Associazione SpazioMusica e Ancona Jazz.

Dal Bianco spiega che la base del testo è "il poemetto che Zanzotto scrisse nel 1969. Un’opera molto complessa, sperimentale, in cui al tema personale se ne aggiungono cento altri. Il poemetto ruota attorno al tema della violazione del suolo lunare. La conquista della luna, in quell’anno, in realtà non serviva a nulla, era una questione di potere. Ma per Zanzotto significava la profanazione di quello che era sempre stato un simbolo sacro, un’immagine della trascendenza".

Stefano Dal Bianco osserva che lo spettacolo va in scena il 29 giugno, giorno di compleanno di Giacomo Leopardi. Inutile ricordare che una delle opere più celebri del poeta è ‘Alla luna’. Dal Bianco sottolinea che "Zanzotto è il nostro poeta più leopardiano. E’ quello che più di tutti affronta il tema della Natura. Ciò che resterà di più di lui è proprio la capacità di interpretare i segnali, i ‘messaggi’ della Natura".

Quanto alla musica, Dal Bianco spiega che "sul palco ci sono musicisti che sanno essere grandissimi improvvisatori". Un perfetto mix di note e parole, questa ‘performance’ poetica, capace di restituire la grandezza di un autore che per Dal Bianco è "il vero erede di Montale del secondo Novecento".

Raimondo Montesi