Nelle Marche 483 donne nel 2020 si sono rivolte ai centri antiviolenza

Crescono le donne che si rivolgono per la prima volta ai cinque Centri antiviolenza marchigiani. Sono state 483 nel 2020 contro le 471 del 2019. Il profilo delle vittime si conferma in linea con quello individuato negli scorsi anni: donne prevalentemente di origine italiana (67,2%) residenti nelle Marche (91,2%), di età compresa prevalentemente tra i 30 e 49 anni (63,7%). I figli che vivono in un contesto familiare in cui si registrano comportamenti violenti sono 595 e delle 483 donne vittime di violenze il 39% vive con i figli minorenni. Sono numeri illustrati ieri mattina nell’Aula dell’Assemblea legislativa marchigiana in occasione della seduta dedicata al Rapporto annuale sul fenomeno. "Una malattia cresciuta nell’ombra del Covid- afferma il presidente del consiglio regionale Dino Latini- da contrastare con una battaglia di civiltà per garantire l’affermazione della persona. Un risultato da perseguire quotidianamente, altrimenti prevarrà l’imbarbarimento". Nel corso della seduta è stato sottolineato come l’anno scorso in Italia siano aumentate del 79,5% le richieste di aiuto al numero 1522. "L’attenzione sul fenomeno deve rimanere molto alta- dice la presidente della commissione regionale per le Pari opportunità Maria Lina Vitturini- Tra le iniziative messe in campo dalla Cpo ricordo i percorsi formativi avviati nelle scuole per educare e investire nelle nuove generazioni e la campagna di sensibilizzazione che partirà a gennaio sui social con una serie di testimonial".