No ad AstraZeneca, il rebus delle nuove dosi

Tra gli over 60 aumentano i rifiuti al vaccino anglo-svedese e la richiesta di Pfizer supera l’effettiva disponibilità. Intanto scende l’Rt

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La campagna vaccinale va avanti e si punta ad accelerare il più possibile, anche se sarà necessario procedere ad una rimodulazione dei diversi tipi di vaccino dopo le molteplici indicazioni che sono state fornite sul siero di AstraZeneca. Dapprima era previsto solo per i soggetti fino a 55 anni, poi si è detto che va bene a prescindere dall’età, purché i soggetti interessati siano in salute, infine è ora "raccomandato" per chi ha più di 60 anni. Questo significa che è non è consigliato per chi ne ha di meno. Non a caso, dunque, già giovedì, ma anche ieri diversi insegnanti di età inferiore ai 60 anni che avevano fatto la prenotazione già da marzo, e per i quali era prevista la somministrazione di Astrazeneca, hanno invece ricevuto lo Pfizer. In questo modo aumenta la necessità di dosi Pfizer, ma va considerato che la platea degli ultrasettantenni in salute a cui si può somministrare l’Astrazeneca è ampia.

Una situazione che viene costantemente monitorata dall’assessore regionale alla sanità, Filippo Saltamartini, che spiega: "Ora è prioritario completare la vaccinazione degli Over 80 e delle persone fragili, dei disabili, ai quali va fatto lo Pfizer. E’ chiaro che anche alla luce delle nuove indicazioni su Astrazeneca dovremo fare una valutazione in rapporto alle forniture complessive". Anche perché c’è chi del vaccino anglo-svedese non ne vuole sapere. Potrebbero, anche se solo temporaneamente, crearsi dei "vuoti" se la richiesta di Pfizer supera l’effettiva disponibilità. E’ però un’eventualità che dovrebbe essere scongiurata, almeno se saranno rispettati i tempi e le quantità promesse.

Ma torniamo ai dati: fino a fine aprile, nella classificazione delle aree a rischio Covid, la zona gialla non esiste più. E, quindi, rimarremo in arancione. Avremmo i numeri, però, per finire in giallo. L’indice di trasmissibilità, il ben noto Rt, infatti, è sceso dall’1.03 dello scorsa settima all’attuale 0.86, al di sotto della media italiana (0.92), e migliore di diverse altre regioni. Nello stesso tempo l’incidenza dei contagi è scesa a 170 per 100mila abitanti, ben al di sotto della soglia limite (250 per 100mila abitanti). Non solo. Nelle ultime due settimane il numero dei contagi, sia pure con qualche oscillazione giornaliera, è andato sempre diminuendo. Solo a tener conto dei comuni capoluogo, dal primo aprile a ieri, il numero dei positivi a Pesaro è sceso da 622 a 541, ad Ancona da 708 a 585, a Macerata da 265 a 233, a Fermo da 244 a 181, ad Ascoli Piceno c’è – invece – un lieve incremento da 163 a 169. Insomma una situazione in generale miglioramento e che fa ben sperare, se questa tendenza sarà mantenuta, per la fine del mese, quando dovrebbe essere "riattivata" anche la zona gialla.