"Non mi dica consigliera" E in aula scoppia la bagarre

Botta e risposta a Jesi tra il presidente del Consiglio (Pd) e la rappresentante di Fratelli d’Italia, Chiara Cercaci: "Se vuole le faccio una sfilata, chiedo rispetto"

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di Sara Ferreri

"La parola alla consigliera Chiara Cercaci (Fratelli d’Italia)". Il presidente del consiglio comunale di Jesi Luca Polita (Pd) già era stato ripreso nella precedente seduta, proprio da Chiara Cercaci per aver declinato al femminile la parola consigliere ma ha usato il femminile e in consiglio è scoppiata la bagarre. È accaduto ieri nel consiglio comunale di Jesi dove il consigliere Cercaci, come ama essere chiamata, ha ribadito con forza il proprio disappunto per la declinazione al femminile del suo ruolo istituzionale tanto da deviare l’argomento della mozione sugli aiuti alle imprese in questo momento di rincari. "Le ricordo che io preferirei essere chiamato consigliere – ha replicato al presidente del Consiglio l’esponente di Fratelli d’Italia – Capisco che lei è in una posizione e scomoda perché ha con lei in maggioranza Jesi in Comune che preme su questa forma. Ma qui si parla di italiano. Rivestiamo un ruolo istituzionale e non perché siamo donne o uomini. Se vuole che faccio la donna faccio una sfilata. Pretendo di essere chiamata consigliere e chiedo rispetto".

Dagli scranni di maggioranza (Jesi in Comune) si sono levate urla fuori microfono e il presidente chiede ordine in aula anche attraverso la campanella. Toni aspri che proseguono con la consigliera Agnese Santarelli forte sostenitrice della declinazione al femminile che cercava di replicare. "Nella maggior parte dei dizionari ed enciclopedie consigliere e consigliera sono equiparati e non credo di mancare rispetto a nessuno utilizzando l’uno o l’altro" ha replicato Polita, nella vita avvocato. Una questione che ha infiammato l’aula con l’avvocato Antonio Grassetti, dello stesso partito di Chiara Cercaci che si è alzato in piedi per chiedere il rispetto delle volontà della collega che già dalla precedente consiliatura è stata protagonista di battibecchi con esponenti del movimento Jesi in Comune. "Con tristezza – ha rimarcato Grassetti – prendo atto del comportamento irrispettoso delle signore che siedono dalla parte del consiglio e anche del presidente del consiglio che, pur riconoscendo che in italiano è possibile usare sia la declinazione al maschile che quella al femminile, sceglie di chiamarla come dice lui nonostante la richiesta contraria. Lo trovo davvero irrispettoso".

A replicare la consigliera Paola Montecchiani (Pd): "Lei consigliera ha mancato di rispetto verso tutte le donne presenti in aula e verso il genere donna. Le donne sono anche qui in aula per dimostrare che non fanno solo le sfilate. Se lei si sente solo in quel genere le posso garantire che non rappresenta né me né tutte le donne presenti in quest’aula. Se per lei il genere donna è quello che ha appena detto allora comprendo perché non vuole essere chiamata consigliera". Dopo la bagarre Polita, ridando la parola a Chiara Cercaci ha usato la formula: "La parola alla consigliera, o consigliere...".