"Non sono fantasmi, ma esseri umani: aiutiamoli"

Così l’organizzazione Avvocati di strada sui tanti bivacchi in giro per la città: "L’accoglienza non sta funzionando, il ministero si muova"

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"In queste settimane ho seguito il dibattito mediatico focalizzato sulla presenza ricorrente di persone in strada. Mi piacerebbe che si affrontasse la questione non banalizzandola in slogan, fuorvianti e inopportuni, ma apprezzando la complessità del tema. Chi vive in strada andrebbe riconosciuto come esseri umani, come noi, non invisibili, non un problema per la comunità, non schegge impazzite che sfuggono alle autorità e a loro va garantita l’accoglienza". Così l’avvocato anconetano Daniele Valeri, coordinatore e fondatore dell’organizzazione Avvocati di Strada ad Ancona.

Valeri analizza il quadro delle decine di migranti costretti a bivaccare da un luogo all’altro della città in attesa di una sistemazione. Invece di essere tutelati nei loro diritti vengono visti come un fastidio: "Non c’è niente di più umano che accogliere una persona in difficoltà, con un pasto, un tetto, la serenità – spiega Valeri che entra nel merito dei regolamenti – Questi uomini non chiedono altro ma, alcuni da molti mesi, sono costretti ad attendere in strada di poter entrare nel circuito dell’accoglienza. Nel frattempo sono lasciati privi di permesso di soggiorno, quindi non possono lavorare, avere una residenza, assistenza sanitaria ecc. Ciò è legittimo? La risposta è no. Una volta manifestata la volontà di ricevere protezione hanno diritto a ricevere un permesso di soggiorno, ma questo non avviene, e poi accolti. Questi uomini sono già stati in questura e sono ben conosciuti dalle ‘istituzioni’, non sfuggono alle istituzioni, al contrario vorrebbero essere riconosciuti, accettati e accolti. Secondo legge dovrebbero essere inseriti nei centri di accoglienza straordinari gestiti dalla Prefettura. Quest’ultima lamenta una carenza di posti, di alloggi, di appartamenti, ma dovremmo interrogarci sul perché".

Gli stranieri senza un alloggio in città sono di nazionalità pakistana, somala e così via: "Basta parlare di emergenza e drammatizzare la loro presenza che andrebbe, al contrario, vista come una risorsa. Bisogna non ostacolare il rilascio dei permessi di soggiorno, ma aiutarli a inserirsi nella società. Ancona è sempre stata crogiolo di civiltà e noi cittadini dovremmo ritornare ad essere fieri di esserlo". Infine le ultime considerazioni dell’avvocato Valeri: "Il Ministero dell’Interno deve modificare il suo approccio, si doti di strutture efficienti in grado di rispondere alle esigenze. L’attuale amministrazione comunale svolge da anni un encomiabile lavoro nell’ambito dei servizi sociali e all’assessore va tutta la mia profonda stima, umana e professionale, ma è il sistema di accoglienza a non funzionare. L’amministrazione può fare la sua parte, ma non da sola".