Prima avrebbe picchiato la moglie con il bastone del mocio, poi le avrebbe strappato i vestiti di dosso e l’avrebbe buttata sul letto. Lì ha preso un cuscino, glielo ha messo in testa, più volte, al punto che la donna non respirava più. Ha pensato che l’avrebbe uccisa. Quando lei si è messa a pregare Dio per essere salvata lui l’avrebbe presa a calci e le avrebbe urlato "in questa casa non si prega". La donna, una 33enne ucraina, aveva preso anche una coltellata ad una mano. Per il marito, 47 anni, lombardo, ieri è arrivata una condanna ad un anno e otto mesi per lesioni aggravate dall’uso dell’arma e dal vincolo affettivo (pena non sospesa). Ad emettere la sentenza è stata la giudice Martina Marinangeli che ha concesso le attenuanti generiche così come richieste dal difensore dell’imputato, l’avvocato Marco Giorgetti, in ragione del disturbo borderline di personalità del suo cliente. La coppia viveva nel capoluogo dorico quando sono successi più fatti che hanno poi portato la moglie a denunciare. Quello della coltellata alla mano risale al 22 luglio dello scorso anno. Lei gli aveva appena detto che lo voleva lasciare e voleva tornare nel suo paese di origine e lui è andato su tutte le furie. Per quella ferita la vittima, parte civile nel processo con l’avvocato Alessandro Calogiuri, aveva riportato più di 40 giorni di prognosi e anche una temporanea invalidità nell’uso della stessa. Sentita in una precedente udienza la 33enne aveva raccontato in aula l’episodio riferendo: "Quel giorno camminava in casa con un coltello grosso che mi ha puntato dietro alla schiena. Mi diceva che ero una poco di buono, che mi dovevo mettere in ginocchio per chiedergli scusa, che avevo ucciso nostro figlio perché avevo avuto un aborto, io ho fatto tutto quello che diceva lui". Approfittando di un momento che il marito era in un’altra stanza la donna aveva poi cercato di uscire dall’abitazione ma lui si era accorto e l’aveva bloccata sulla porta. Con il coltello in mano voleva colpirla al viso ma la moglie alzò una mano e lui le tagliò quella. Mentre lei sanguinava l’uomo si sarebbe preoccupato di asciugare il sangue dal pavimento con il mocio, poi le avrebbe stretto la ferita con un panno e ha chiamato il padre per farla portare in ospedale. L’imputato ha sempre rigettato le accuse.
CronacaNon vuole preghiere, l’accoltella. Condannato il marito violento
Non vuole preghiere, l’accoltella. Condannato il marito violento
Un anno e 8 mesi al 47enne che avrebbe aggredito la consorte ucraina: le avrebbe messo un cuscino in testa
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