Fabriano, la nonna scrive a Papa Francesco. "Qui sto benissimo"

Lettera di un’ospite della struttura per anziani finita nel mirino del Nas

Papa Francesco e la lettera scritta dall'anziana

Papa Francesco e la lettera scritta dall'anziana

Fabriano (Ancona), 19 novembre 2018 -  «Papa Francesco, era tanto che volevo scriverle e lo faccio ora per dirle che io in questo albergo a Fabriano mi trovo benissimo». Sono le parole di una nonnina originaria di fuori regione riportate in una lettera inchiostrata di suo pugno al fine di inviarla al Pontefice proprio in queste ore in cui sono a rischio espulsione i 32 anziani alloggiati all’hotel Gentile e accuditi dalla cooperativa Iris in seguito all’accusa di aver sostanzialmente trasformato la storica attività ricettiva di via Di Vittorio in casa di riposo non autorizzata.

«Da quando – racconta la nipote della donna – ho trasferito mia zia in questa struttura le sue condizioni psicofisiche sono sensibilmente migliorate proprio perché viene assistita e accudita con grande amorevolezza: non è giusto che lei e altre persone rischino di perdere un servizio così prezioso per problemi di interpretazioni normative». Tanti familiari degli ospiti difendono a spada tratta l’operato della cooperativa finita nel mirino delle investigazioni dei Nas, in attesa di sviluppi che potrebbero arrivare già nelle prossime ore in quanto nella giornata odierna è previsto un controllo dell’Asur.

Sono sulle barricate figli e parenti degli anziani in bilico, anche perché molti di loro avrebbero difficoltà a trovare da soli e in tempi stretti una sistemazione alternativa adeguata. «Chiediamo di poterci confrontare quanto prima con il sindaco e le istituzioni per trovare una soluzione che tuteli in primis gli anziani», è l’appello lanciato dal presidente della cooperativa Iris Gianvito Marinaccio. L’obiettivo potrebbe essere anche quello di chiedere e ottenere una dilazione dei tempi per regolarizzare la posizione (o trovare una sede alternativa in cui operare) e nel frattempo sfruttare l’eventuale deroga che consentirebbe agli ospiti di rimanere in albergo ricevendo assistenza sanitaria.

A breve, dunque, se ne saprà di più sul destino dei nonnini, finiti loro malgrado al centro di una vicenda piuttosto complessa, in quanto secondo gli inquirenti si tratterebbe di una casa di riposo mascherata da hotel priva delle autorizzazioni necessarie alle residenze protette, mentre gli operatori della cooperativa evidenziano come anche in altri alberghi italiani ad alcuni clienti viene prestato (ovviamente a pagamento) un servizio di carattere sanitario-assistenziale.