Oggi è rimasto solo il rudere, ma ci passò pure Napoleone

Villa Fiorelli venne venduta dai Saveriani al Comune: ora è in degrado

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Cosa è rimasto, oggi, di Villa Fiorelli? Una casa diroccata, a giudicare da fuori visto che è impossibile accedervi. Qualche segno di civiltà nello spazio dirimpetto ai magazzini (ci sarebbero alcuni anziani che coltivano gli orti nei paraggi, ndr), tetti che cedono, travi distrutte e infissi blindati per scoraggiare intrusioni o bivacchi. E il combinato disposto di queste immagini da film dell’orrore è di fatto un colpo ben assestato alla storia della città. I motivi sono impressi nei libri del passato. Detto, a parte, della presenza dei saveriani che acquistarono la villa nell’aprile del 1947, proprio dalla famiglia Fiorelli, vi sono alcuni scritti che testimoniano che quell’antica dimora – un tempo chiamata Villa Colonnelli – fu utilizzata anche dal re Vittorio Emanuele II ai primi di ottobre del 1860, nei giorni di vigilia dell’invasione del Regno di Napoli per liberare il Meridione dai Borboni. Qualche decina di anni prima, invece, si narra che perfino l’imperatore francese Napoleone Bonaparte vi soggiornò. Dopo la frana dell’82 i saveriani vendettero la villa al Comune, che a quanto è dato a sapersi sarebbe ancora proprietario delle mura. Fino a qualche anno fa, erano stati organizzati tour da enti privati o pubblici per conoscere una parte di storia di Ancona, legata inevitabilmente a quella dimora. Poi, il nulla. E rimane lì, in degrado, confinata da una rete di nuova generazione, segnale evidente di interventi relativamente recenti per mettere in sicurezza l’area ed evitare che qualcuno possa compierci scorribande. Non certo uno spettacolo edificante, però, per gli scout o i giovani che frequentano i campetti della zona, cui si arriva dai camminamenti interni collegati al parco Belvedere o, venendo dal quartiere, passando a sinistra della farmacia. Dalla strada, via Posatora, la villa è pressoché invisibile. Un rudere sepolto dal verde e che invece dovrebbe essere messo in risalto per tutta la sua bellezza e per ciò che ha rappresentato per Ancona.

g.g.