Cupramontana, bimbo ucciso. Inni ad Allah nel profilo Facebook del papà killer

E’ una delle quattro pagine Facebook dell’omicida finite nel mirino della Procura

Il papà killer Besart Imeri con il figlio che ha confessato di avere ucciso

Il papà killer Besart Imeri con il figlio che ha confessato di avere ucciso

Cupramontana (Ancona), 9 gennaio 2018 - Preghiere, inni ad Allah, articoli incentrati sull’islamismo sono gli argomenti pubblicati negli ultimi mesi sui social dal papà killer di Cupramontana. E’ finito all’attenzione della magistratura uno dei quattro profili Facebook di Besart Imeri, il macedone non ancora 25enne che mercoledì ha ucciso il figlioletto Hamid «perché posseduto da un’entità soprannaturale».

Il saldatore di Gostivar, disoccupato da circa cinque mesi, in attesa del terzo figlio, aveva creato un profilo solo per pubblicare link e post a sfondo religioso: la foto del profilo è una luna specchiata sul mare, con sopra incisa una scritta in arabo, mentre la frase in evidenza recita «Allah», preceduta e seguita da tre cuori.

Sul profilo non è stata pubblicata alcuna foto personale, solo immagini che richiamano la religione. Un link pubblicato l’8 dicembre, giornata in cui in Italia si festeggia l’Immacolata concezione, riprende un articolo ispirato al Corano, il giorno prima l’ex saldatore pubblica un video di ispirazione filosofica, nei giorni precedenti video ripresi dal sito Albislam, ma anche documenti che parlano di stress e degli effetti che questo ha sul cervello. L’attività sui social di Besart sembra confermare uno stato di profondo disagio interiore e forse la ricerca di risposte nella religione. Non compaiono documenti di stampo integralista, almeno tra quelli visibili a tutti, non solo agli amici, ma le indagini degli inquirenti potrebbero mettere in luce anche collegamenti più radicali. Tra i ‘mi piace’ figura il Corano, Gostivar, sua città d’origine, pagine di ginecologia e filosofia.

Forse anche sul profilo Facebook si cercano tracce di una mente disturbata, al punto da uccidere il figlioletto di cinque anni, il primogenito, in un momento di follia. Anche attraverso l’analisi di Facebook emergono punti di contatto con Luca Giustini, il papà di Collemarino che nell’agosto 2014 uccise la figlioletta di 18 mesi: il ferroviere anconetano nei giorni precedenti il delitto aveva messo ‘mi piace’ a siti legati alla religione e a figure carismatiche cui venivano attribuiti poteri soprannaturali. Occorrerà una valutazione psichiatrica, di cui ha parlato l’avvocato difensore Raffaelle Sebastianelli, per capire se effettivamente il giovane papà soffrisse di una patologia tale da renderlo incapace di intendere e di volere al momento del delitto. Intanto per stamattina è prevista l’autopsia, che dovrà certificare le modalità del terribile delitto.