Omicidio di Osimo, Andreucci e il selfie con l'arma del delitto

Pista della droga e denaro per l’agguato mortale al veterinario. La moglie: "Giustizia"

Valerio Andreucci

Valerio Andreucci

Ancona, 26 maggio 2017 - Si era scattato un selfie con l’arma del delitto Valerio Andreucci, il fantino 23enne finito in carcere perché accusato di aver ucciso a coltellate il veterinario Olindo Pinciaroli, 54 anni, ammazzato domenica mattina mentre viaggiava con l’indagato lungo la provinciale Chiaravallese, tra Osimo e Polverigi, a bordo di un’ambulanza veterinaria. Nella memoria dell’I-phone di Andreucci c’era l’immagine del giovane con in mano proprio il coltello dalla lama di 20 centimetri trovato insanguinato a 100 metri dal cadavere: la foto, che risale a inizio di maggio, sarebbe stata scattata a Numana, dove il fantino si era trasferito per curare l’apertura a Osimo del nuovo maneggio di Pinciaroli.

Andreucci avrebbe inviato l’immagine ad alcuni amici, gli stessi cui aveva scritto messaggi violenti verso qualcuno. «Vado e lo uccido», il succo di uno di questi messaggi inviati alle 5 della stessa mattina: gli inquirenti non escludono che quelle minacce fossero indirizzate proprio al veterinario, alla luce dell’epilogo di domenica scorsa. Andreucci prima scrive «lo ammazzo», poi «mi ammazzo», dando prova di uno scarso equilibrio psichico. 

Quanto al movente, si scava sull’utilizzo di cocaina da parte del 23enne: lo stesso fantino, difeso dall’avvocato Alessandro Angelozzi, nell’interrogatorio davanti al giudice Carlo Cimini ha ammesso di averne assunta quattro grammi nella notte tra sabato e domenica, tanto che il pm Marco Pucilli ha disposto l’analisi di sangue e urine prelevati domenica al giovane. Che Valerio, dato il consumo smodato di stupefacente, avesse chiesto un prestito a Pinciaroli per acquistare la coca? Oppure Pinciaroli, scoperto il vizio del 23enne, non voleva più assumerlo al nuovo maneggio?

Qualsiasi fosse il motivo degli attriti, secondo gli amici del veterinario sarebbero stati recenti: chi frequentava il 54enne non lo aveva visto preoccupato. «Era il solito Olindo – hanno detto ieri Giovanni Meriggi e Luigi Paoloni, arrivati ad Ancona per la camera ardente – sempre sereno e sorridente». Secondo gli amici, l’uomo non avrebbe mai prestato denaro se avesse saputo che serviva per acquistare droga. «Beveva a malapena il vino – dice Meriggi – e odiava la droga». La salma di Olindo Pinciaroli partirà domattina dall’obitorio di Torrette per raggiungere la chiesa di San Firmano di Montelupone, dove alle 15 si svolgerà il funerale. Dopo la cerimonia il feretro sarà accompagnato al cimitero su una carrozza trainata da quattro cavalli seguita da un corteo di 15 cavalieri. Ieri a Torrette è arrivata anche la moglie di Olindo, Patrizia. «Chiunque sia stato a ucciderlo deve pagarla cara», si è sfogata con gli amici.

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