Omicidio, ricorso accolto: si torna in aula

Chiaravalle, per la morte di Emma Grilli era stato condannato all’ergastolo Maurizio Marinangeli. La Cassazione: non c’era premeditazione

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Non c’era la premeditazione nell’omicidio di Emma Grilli, l’85enne uccisa a coltellate nell’abitazione di Chiaravalle e per la quale sta scontando una condanna all’ergastolo, al carcere di Pesaro, il suo vicino di casa, Maurizio Marinangeli. La prima sezione penale della Corte di Cassazione ha infatti accolto parzialmente il ricorso presentato dalla difesa dell’imputato, 61 anni, di professione cuoco nel pub di famiglia, in relazione proprio all’assenza di quella aggravante. Il verdetto della Suprema corte è arrivato nella tardissima serata di martedì, dopo un’udienza durata due ore, dove Marinangeli era assistito dagli avvocati Francesca Palma ed Emiliano Carnevali.

La sentenza potrebbe ora incidere su una riduzione di pena per l’imputato. Il 61enne da sempre è l’unico accusato del delitto avvenuto la mattina del 17 luglio del 2018, nella palazzina di via Verdi. Lì si sarebbe introdotto nell’appartamento dell’anziana Grilli, colpendola con diversi fendenti per poi derubarla di monili d’oro rivenduti in un compro oro di Falconara. Gli atti ora verranno inviati alla Corte di Assise di Appello di Perugia dove Marinangeli affronterà di nuovo il processo di secondo grado e dove verrà rideterminata la pena. La Cassazione non ha accolto invece le integrazioni della fase istruttoria che potevano portare a rivalutare tutta la posizione dell’imputato. La difesa chiedeva di esaminare prove aggiuntive che potevano scagionare il proprio assistito, ad iniziare da una testimonianza di una vicina di casa, sentita solo a sommarie informazioni, ma non a processo, gli orari non certi dell’avvenuto delitto fino al rinnovo della perizia in ordine alla scena del crimine. E’ sempre stato sostenuto dalla difesa la mancanza di prove, come il dna del Marinangeli assente nella scena del delitto. Nel processo di primo grado e in appello era stato riconosciuto all’imputato l’omicidio volontario premeditato aggravato e la rapina aggravata. Nella prima richiesta di condanna all’ergastolo, formulata dal pm Paolo Gubinelli, lo stesso magistrato non aveva più riconosciuto la premeditazione inizialmente contestata. "Confidiamo ora in un congruo sconto di pena – ha commentato l’avvocato Palma – rispettiamo le sentenze ma Marinangeli non ha commesso l’omicidio". "Aveamo già rappresentato come l’aggravante della premeditazione – ha osservato l’avocato Carnevali – rappresentasse la nota stonata dell’intera vicenda. Siamo quindi parzialmente soddisfatti e aspettiamo il deposito della sentenza per capire quali saranno i principi su cui la Corte di Perugia dovrà uniformarsi e quale sarà anche il nuovo perimetro defensionale".

Marina Verdenelli