
Sirolo (Ancona), 14 settembre 2023 – Lo hanno minacciato di morte, in carcere, e ora è guardato a vista Fatah Melloul, il 27enne algerino accusato di aver ucciso con una fiocina il 23enne albanese Klajdi Bitri. Dal giorno del delitto, avvenuto il 27 agosto scorso, in via Cilea, a Sirolo, per un diverbio sulle norme della circolazione stradale, Melloul è recluso a Montacuto.

In ogni suo spostamento, all’interno del carcere, è accompagnato da due guardie carcerarie che sorvegliano quanto accade attorno a lui. Per evitare contatti fisici con gli altri detenuti è stato emesso anche un divieto di avvicinamento al 27enne. In carcere è andato a trovarlo la fidanzata, la 23enne originaria della Vallesina che era con lui a Sirolo quando l’albanese veniva colpito con la fiocina del fucile da pesca subacquea, morendo subito dopo.
Insieme se ne erano andati via, a bordo di una Opel Zafira, intestata al padre di lei ma in uso alla coppia. La difesa di Melloul, l’avvocato Davide Mengarelli, ha depositato sabato scorso il ricorso al Riesame per chiedere che venga revocata la misura del carcere per il suo assistito o gli venga data una misura meno afflittiva perché l’indagato non avrebbe avuto contezza di aver ucciso il giovane durante il diverbio scoppiato in strada.
L’algerino si sarebbe difeso perché era in minoranza rispetto alle persone con cui stava discutendo, ne avrebbe avute davanti almeno quattro, il giovane poi morto, il fratello di questo, il conducente della vettura che si era fermata sulla rotatoria innescando al reazione violenta del litigio per questioni stradali e il cugino di questo.
Melloul è in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi. Ieri sarebbero dovuti iniziare gli ultimi accertamenti irripetibili chiesti dalla procura per l’auto a bordo del quale si è allontanato l’algerino dopo il delitto, gli indumenti indossati quel giorno, un asciugamano da mare, il fucile da sub e la fiocina a tre punte. Un accertamento mirato a repertare tracce biologiche.
Si cerca il sangue della vittima. La difesa però ha chiesto di far slittare l’inizio delle operazioni peritali al 25 settembre, per dare modo al suo consulente di parte di poter partecipare alle operazioni. Il consulente tecnico di parte nominato è Luciano Garofano, biologo ed ex generale dei carabinieri del Ris oggi in pensione. Un super perito che ha seguito delitti e casi di rilevanza nazionale, da ultimo quello della piccola Kata, la bambina scomparsa a Firenze.