Operai in fuga nella notte: "Era impossibile respirare"

Alla Skalo sono stati evacuati a mezzanotte "Ci saranno problemi"

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di Marina Verdenelli

Cenere e pezzi di tettoia carbonizzati a terra, ovunque. I resti dell’incendio all’ex Tubimar ieri mattina erano ancora ben visibili al porto, dalla parte del Mandracchio e fino a tutta via Einaudi, la strada che porta all’area industriale e anche ai capannoni andati a fuoco. Alle 11 le attività limitrofe alla zona del rogo lavoravano a pieno ritmo ma nella notte c’è chi è dovuto evacuare. "A mezzanotte gli operai in servizio sono usciti di loro spontanea volontà – ha raccontato Michele Longo, responsabile dell’azienda Skalo, specializzata nella commercializzazione e lavorazione del pesce fresco – hanno visto le fiamme qua vicino e per precauzione sono stati evacuati. In passato abbiamo già avuto a che fare con un altro capannone, qui vicino, andato in fiamme e siamo preparati a gestire una emergenza. Io sono stato informato subito e sono rimasto collegato sempre telefonicamente con loro. Uscendo si sono allontanati dall’azienda e sono rimasti ad aspettare a distanza".

La Skalo, per la tipologia di lavoro, è aperta h24 e ieri sera era attiva quando è scoppiato il rogo. "Fino alle 5 via Einaudi è rimasta chiusa – ha continuato Longo – c’era la polizia che non faceva passare. La produzione del mattino l’abbiamo dovuta saltare. Gli operai sono poi rientrati ma fino al primo pomeriggio non credo che riprenderemo l’attività perché trattiamo prodotto alimentare e l’aria fuori non è ancora pulita. C’è ancora fumo che potrebbe entrare durante la produzione, meglio essere prudenti". A duecento metri da loro la Copemo, sempre specializzata nella commercializzazione dei prodotti ittici, non ha subito interruzioni. "La notte da noi non si lavora – ha spiegato Luciano Sacconi, direttore – e quando abbiamo aperto, alle 7.30, la situazione era già migliorata fuori quindi siamo entrati tranquillamente al lavoro. Come accortezza abbiamo tenuto le finestre ben chiuse e spento l’aria condizionata per non far entrare il fumo. La preoccupazione, avendo l’attività abbastanza vicina, c’è stata".

Problemi a passare per andare ad aprire il bar lo ha avuto Maria Cristina Aliota, del baretto "De la scojera", davanti al parcheggio dell’ex Fiera. "Mia sorella ha dovuto aspettare per passare – ha riferito Luigi Aliota che ieri mattina ha dato il cambio al bar alla sorella – perché la strada alle 2 era chiusa e c’era la polizia. Non hanno fatto passare nemmeno il pasticcere per le paste. Qua fuori era pieno di operai che erano usciti dalle aziende vicine per sicurezza. Il fumo era forte, alle 4 mia sorella aveva pensato anche di chiudere ma poi c’era da fare, la gente voleva fare colazione, ha resistito. Avevano tutti le mascherine. Iniziamo a respirare adesso che sono le 11 e il vento è cambiato. Saranno problemi grossi là, ci lavorano almeno un centinaio di persone. Dove andranno?".

L’asta del pesce non ha avuto intoppi. All’una sono arrivati i facchini per preparare e alle 3 ha aperto con carichi regolari sui furgoni dei prodotti destinati alla vendita al dettaglio. Alla Omec, azienda di noleggio macchinari con un deposito attaccato alla ex Tubimar, è stato chiamato il personale durante la notte per spostare i mezzi che rischiavano di essere danneggiati dalle fiamme.