di Andrea Pongetti "Non è solo bravo, ma è un ragazzo di sani principi". Tra i tanti commenti social che in questa ore capita di leggere su Tommaso Marini, l’anconetano nuovo vice-campione del mondo di scherma dopo l’argento conquistato mercoledì pomeriggio al Cairo, in Egitto, nel corso dei Mondiali, questo è forse quello che meglio descrive l’astro nascente del fioretto italiano. A 22 anni, Marini ha già fatto la storia riportando l’Italia su un podio che era mancato nell’edizione di tre anni fa dimostrandosi pronto, pur all’esordio, a reggere la pressione e le attese, sebbene non si presentasse in Egitto – in un tabellone colmo di plurimedagliati olimpici e mondiali – come favorito numero 1: nell’immediato dopo gara però ha confermato la sua maturità, vivendo in maniera composta un risultato straordinario per un ventiduenne e ribadendo il "valore dell’umiltà e della gentilezza", nell’approcciarsi agli altri nello sport come nella vita. E a distanza di 24 ore, intervistato dal "Carlino" mentre si trova ancora in Egitto a preparare la gara a squadre, il campione di Ancona mantiene il suo equilibrio, godendosi in serenità l’argento, senza rimpianti per un oro sfumato soltanto all’ultima stoccata, dopo che il ben più esperto francese Lefort, al secondo titolo iridato, era stato agganciato dall’11-14 fino al 14-14. "Ci è mancato poco per vincere la medaglia d’oro ma non posso essere arrabbiato – sottolinea – È il mio primo mondiale, sono arrivato subito fino in fondo e ho disputato una finale combattuta. Ho davvero lottato in ogni assalto, dando tutto quello che avevo". "È stata una gara bellissima – continua – che per me ha rappresentato il coronamento di una stagione altrettanto bella. Nella scherma capita che un assalto si decida all’ultima stoccata, è successo anche stavolta ed è andata male ma ci sta. In fondo per ...
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