Ospedale, il Covid allunga le liste d’attesa

Posti letti riservati ai positivi tutti occupati, mancano i medici e quelli presenti sono impossibilitati a lavorare: sale la protesta del Comitato

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Il Covid rallenta le liste d’attesa: al palo le nomine dei primariati. A gridare vendetta è il reparto di otorinolaringoiatra: "Tre medici specialisti convenzionati (territoriali) anziché essere impegnati negli ambulatori del territorio per fornire prestazioni ambulatoriali e ridurre le liste d’attesa si ritrovano in ospedale, per quasi un anno, nelle condizioni di non poter lavorare, senza sala operatoria e senza personale infermieristico di supporto, senza spazi idonei e sufficienti" spiega il Comitato a Difesa dell’ospedale di Senigallia. Non va meglio nel Laboratorio Analisi, dove le proteste riguardano sia l’attesa, che la nomina del primariato, che sembrava avviata prima delle lezioni, ma ora rimasta in stand by. In attesa di un nuovo primario è anche il reparto di Antestesia – Rianimazione e Terapia del Dolore: nel novembre 2019, l’ex primario Diego Cingolani era andato in pensione. Da allora si era lavorato per la nomina di un primario che non è però ancora arrivato. Piano pandemico 2020, sono 31 i posti letto destinati ai pazienti Covid all’ospedale di Senigallia: ieri erano occupati 18 letti nel reparto di terapia semintensiva e 13 nel reparto di non intensiva. Già nella prima ondata, il primo piano del nuovo monoblocco era stato trasformato in reparto Covid come ora e dove, ad ogni paziente, viene assegnata una stanza singola. Un’insufficienza di posti letto che si ripercuote anche sulle Rsa: mentre nella prima ondata molti pazienti venivano trattenuti in ospedale, completamente riconvertito Covid, ora, se non necessitano di particolari cure ospedaliere, vengono rimandati nella struttura di provenienza. A farne le spese sono anche le liste di attesa: per una colonscopia si attendono fino a tre anni, l’unica scappatoia per sottoporsi all’esame prima è quella di recarsi in un altro ospedale della provincia o in una struttura privata. Lo stesso vale per la mammografia, dove causa Covid, c’è ancora chi attende di essere ricontattato per sottoporsi all’esame che gli era stato annullato a causa dell’emergenza sanitaria. Attese che si accorciano in radiologia, soprattutto per lastre che riguardano l’apparato polmonare, che, causa Covid, vengono effettuate velocemente. Un servizio che deve essere garantito soprattutto dopo che molte strutture private, per rimanere ‘pulite’, hanno rinunciato agli accertamenti che potrebbero essere richiesti per accertare una diagnosi da Covid.