"Ospito 14 profughi tra mamme e bimbi Non sono un eroe, voglio solo aiutare"

Il bel gesto di Dariusz Burzec, polacco con moglie ucraina, che ha aperto la sua casa nelle campagne di Jesi "Sto anche preparando due furgoni pieni di materiale che porterò a Leopoli: tornerò con altre persone in fuga"

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di Pierfrancesco Curzi

Quando la solidarietà e l’altruismo vanno oltre qualsiasi barriera. Un concetto messo in pratica da Dariusz Burzec, origini polacche e moglie ucraina, da anni residente a Jesi dov’è titolare di un’impresa edile. Burzec è stato probabilmente uno dei primi a ospitare i profughi scappati dal Paese che da dieci giorni è sotto le bombe della Russia. Oggi, con l’arrivo di una mamma e due bambini, raggiungerà un limite davvero incredibile: 14 persone, tra cui 5 mamme e i loro 9 figli di varie età. Come li ha aiutati e dove li ha accolti è lui stesso a dircelo: "Sono tutti a casa mia – spiega il polacco, ormai in Italia da parecchi anni – Tempo fa ho preso e messo a posto una casa nella prima campagna vicino a Jesi, lungo la strada verso Filottrano. Non è enorme ed è chiaro che ci stiamo stretti, ma ci adatteremo. In questo momento è importante che le madri con i loro figli vengano accolti, che possano stare tranquilli, che possano ricevere cibo e un posto per riposare, poi vedremo come sistemare tutto più avanti. Domani (oggi per chi legge, ndr) arriveranno qui una donna ucraina con i due figli e arriveremo a un totale di 14 ospiti".

La questione non finisce qui perché alle 14 persone, tra cui c’è la cognata con 3 figli, se ne devono necessariamente aggiungere altre 5: "È vero, ci siamo anche io, mia moglie di origini ucraine e i nostri tre figli – puntualizza Dariusz – ma ripeto, ci stringeremo tutti un po’, sarà comunque un’esperienza. Quanto mi costa tutto ciò? Nel complesso delle mie attività rivolte all’aiuto alla popolazione ucraina tanti soldi, ma il denaro per cose come questa ha un valore relativo. Io non voglio assolutamente essere considerato un eroe, sono soltanto una persona che vuole dare una mano a chi soffre e lo fa in maniera volontaristica, senza secondi fini". Oltre a ospitare i nuclei familiari di profughi privi degli uomini, Dariusz Burzec contribuisce in un altro modo ancora più complesso e rischioso: "Mi sto sbattendo per preparare due furgoni pieni di materiale, soprattutto medicine e alimenti, per partire al più presto, se ce la faccio già lunedì prossimo (domani, ndr). Non è facile organizzare tutto e al tempo stesso occuparmi dei cantieri attivi, il mio lavoro, la mia vita. Sto cercando di sistemare i dettagli prima di partire. Porterò il materiale fino alla frontiera e poi fino a Lviv (Leopoli, ndr) e poi rientrerò in Italia portando con me altri ucraini in fuga".

Il numero delle donne, dei bambini e degli anziani ucraini che arriveranno ad Ancona e nell’anconetano andrà aumentando. Tra oggi e domani un nucleo di cinque persone, ieri in viaggio verso l’Italia, dovrebbe arrivare in città per essere accolta dalla parrocchia del Cristo Divino Lavoratore a Posatora dopo che il parroco, don Giancarlo Sbarbati ha dato il via libera.