"Over 80, vaccini completati: primi in Italia" Ma Figliuolo: "Rallentate le somministrazioni"

Il governatore Francesco Acquaroli: "Noi spingiamo al massimo in base alle dosi, serve per garantire anche il sistema economico"

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Le Marche sono la prima regione italiana a completare la somministrazione della prima dose di vaccino agli over 80. Ad annunciarlo, ieri, il governatore Francesco Acquaroli visibilmente soddisfato per questo primo risultato che però non ha nascosto i problemi che ancora restano sul piatto. "Abbiamo terminato gli over 80 (naturalmente quelli che si sono voluti vaccinare, ndr) e siamo abbastanza avanti sugli over 70, disabili e vulnerabili, però le graduatorie e le classifiche ci interessano poco – dice Acquaroli –. A noi interessa cercare di mettere in sicurezza il prima possibile la più ampia fascia di popolazione sperando di poter arrivare gradualmente a delle riaperture stabili per consentire all’economia marchigiana di prendere una boccata d’ossigeno". Secondo il report del Governo sull’andamento della campagna vaccinale nelle Marche la prima dose è stata somministrata a 111.567 ultraottantenni (100%), mentre a ricevere anche la seconda dose sono state 59.895 persone (53,69%).

Tutto bene? No, perchè davanti a questi risultati arriva al doccia fredda del commissario nazionale Figliuolo che ha invitato le Marche a rallentare sulle somministrazione per il rischio di restare senza dosi e a mantenere un 20% nei depositi utili per i richiami. "Noi dobbiamo comunque spingere al massimo in base alle consegne – rilancia Acquaroli –, perchè così facendo riusciamo a velocizzare una fase che è fondamentale per le riaperture, per restituire speranza, per riuscire a ritornare a vedere la luce in fondo al tunnel". Il governatore ha sottolineato che "il generale Figliuolo gestisce a livello nazionale una fase molto complicata" e "in questo momento è sicuramente colui in grado di dirci quanti, quali saranno quelli disponibili e quando arriveranno".

Poi ci sono i problemi, ovvero quei focolai da tenere sotto controllo e che, al momento, coivolgono cinque paesi e città della regione con Cerreto d’Esi unico centro della provincia di Ancona. Pe questo il governatore ha pronta l’ordinanza per limitare gli spostamenti. "Non è un’ordinanza che toccherà le attività economiche, ma che limiterà la possibilità di spostamento nelle zone che denotano una circolazione del virus diffusa. In questa fase dobbiamo essere cauti e vigili. Dobbiamo continuare l’azione di monitoraggio per isolare possibili focolai. Quando ci sono dei dati su alcune zone che attestano una difficoltà interveniamo per cercare di mettere delle misure di mitigazione".

Infine la questione del coprifuoco: "Spostarlo alle 23? Se è possibile per la curva epidemiologica, un’ora potrebbe essere assolutamente contemplata ma a fare la differenza è il rispetto dei protocolli. Possiamo mettere anche il coprifuoco alle 21, ma se poi la gente si trova nelle case, nei ritrovi privati, il rischio è che la curva epidemiologica salga, il danno ci sia. Tutto questo accade fuori dal controllo che può essere garantito nei luoghi pubblici. Immaginare a un ritorno di certe attività controllate, nel rispetto dei protocolli, credo sia questione di buon senso". Sulle auspicate riaperture, il presidente ricorda le "attività che hanno subito più danni, con meno possibilità di lavorare, le filiere collegate". Acquaroli cita in particolare "ristorazione, bar, sport, cerimonie, intrattenimento". "Chiediamo protocolli – aggiunge – che garantiscano certezza per consentire alle attività, nella misura contemplata anche dall’andamento della curva epidemiologica, di poter avere garanzie di un ritorno al lavoro". "Capisco, è una pandemia, non è facile, nessuno di noi ha certezze in pandemia ed è difficile darne. Ma dobbiamo assolutamente cercare di poter garantire un percorso di ritorno alla normalità".