Mettere in scena uno spettacolo che ha come tema una malattia terribile come l’Alzheimer. E’ la grande sfida lanciata da Paola Giorgi, interprete e produttrice di "Intorno al Vuoto", che dopo il debutto a Matelica di sabato sarà replicato, tra gli altri, al Teatro del Sentino di Sassoferrato (martedì 26) e alla ‘Fenice’ di Senigallia (domenica 7 aprile). Un progetto sostenuto da Regione e Assemblea Legislativa delle Marche, con il patrocinio scientifico dell’Inrca.
"L’argomento è delicato, ma chiunque si sia avvicinato al progetto lo ha fatto con la massima cura – dice Giorgi – Anche il Teatro Menotti di Milano se n’è interessato, tanto che oltre a portarlo in scena, nel 2025, è voluto entrare nella produzione. Tutto nasce due anni fa da un ‘confronto’ con Saverio Marconi. Abbiamo letto vari copioni, ma non ci piacevano. Allora ho chiamato il regista Giampiero Rappa, che ha abbracciato la proposta ‘al buio’. Ne è nato un testo molto potente, che in fondo parla d’amore". "Raccontiamo come un marito e una figlia reagiscono alla malattia che colpisce la moglie e madre. Bisognava essere delicati, altrimenti lo spettatore subisce il dramma, lo guarda e basta, senza che ci sia catarsi".
Gianluigi Fogacci interpreta il marito, Fabiana Pesce la figlia. Il primo parla di "spettacolo di grande valore artistico", non nascondendo che "ci sono anche momenti imbarazzanti, disturbanti". Michela Nicolai, assistente alla regia, osserva che "il testo fa capire come la vita dei personaggi venga stravolta. Non c’è solo il punto di vista del malato, ma anche di chi gli sta intorno".
Il progetto vuole essere un’occasione per sensibilizzare il pubblico su un problema non solo socio-sanitario. Perché, dice Alessandra Raccichini, psicologa UOC Neurologia INRCA-IRCCS, riguardo all’Alzheimer c’è anche "un vuoto a livello culturale. Partecipare per noi è stato un obbligo. Da tanti anni siamo a fianco dei caregiver e delle associazioni. Fare cultura su questo tema può aiutare i pazienti e le famiglie". Il presidente dell’Assemblea legislativa Dino Latini sottolinea l’importanza di "un progetto culturale, ma di grandissima valenza sociale. L’Alzheimer è la malattia del secolo".
Raimondo Montesi