MARINA VERDENELLI
Cronaca

Paracadutista pestato dai buttafuori del bar, spunta un coltello militare

Ancona: l’uomo era andato a una festa e si era dimenticato di lasciare l’arma a casa, ma non gli hanno dato il tempo di spiegare

Stando alla denuncia del parà, i due buttafuori lo avrebbero immobilizzato, trascinandolo fuori dalla sala e colpendolo con calci e pugni (foto archivio)

Stando alla denuncia del parà, i due buttafuori lo avrebbero immobilizzato, trascinandolo fuori dalla sala e colpendolo con calci e pugni (foto archivio)

Ancona, 20 giugno 2025 – Va ad una festa in un locale e si dimentica di lasciare a casa un coltello militare. Mentre cerca di riporlo in tasca per non farlo cadere si ritrova circondato da due buttafuori che lo avrebbero pestato a sangue e sbattuto fuori dall’immobile senza nemmeno lasciarlo spiegare. Per le botte la vittima avrebbe perso anche i sensi ritrovandosi in ospedale dove è stato operato e ricoverato quasi una settimana riportando una prognosi di 30 giorni. Trauma cranico facciale, fratture multiple al naso, un trauma a una spalla e una lesione lombare. A subire tutto questo è stato un 49enne originario della provincia di Napoli, residente a Jesi, un paracadutista appartenente al battaglione San Marco. Dopo il pestaggio ha riconosciuto uno dei due buttafuori che lo avrebbe aggredito, un 46enne di origine polacca residente a Jesi che è finito a processo davanti alla giudice Maria Elena Cola per lesioni gravissime. Il dibattimento si è aperto mercoledì quando è stata sentita la vittima e un’amica che era nel locale con lui.

L’aggressione risale a novembre del 2018, alla Baraccola, dove il proprietario di un bar aveva organizzato un evento con la musica in una struttura a più piani. Stando alla denuncia poi sporta dal parà, quella sera due buttafuori lo avrebbero immobilizzato, trascinandolo fuori dalla sala e colpendolo con calci e pugni.

Lui li avrebbe supplicati di smetterla ma loro avrebbero continuato ad infierire con pugni e calci. Poi lo avrebbero fatto rotolare per tre rampe di scale, trascinato via per la testa, fino al portone d’ingresso del locale. Una volta messo fuori avrebbero continuato a colpirlo. L’imputato gli avrebbe dato un calcio con degli stivali pesanti indossati, alla testa, che gli ha fatto perdere i sensi. Per riprendersi ha dovuto sottoporsi a cure mediche e ancora oggi non sarebbe del tutto guarito. Ad aiutarlo a riconoscere almeno uno dei due aggressori è stata una amica che conosceva il personale di sicurezza in servizio quella sera. Gli ha mostrato una foto presa dai social. Prossima udienza il 17 dicembre.