Parte colpo di pistola ad agente dopo un diverbio: rischia 2 anni

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Più volte si era ritrovato l’auto imbrattata, nel parcheggio condominiale, e quando aveva capito che era stato una ragazzo, vicino di casa, aveva cercato di chiarire le cose con lui e con il padre rimediando però qualche cazzotto. Nel diverbio aveva impugnato l’arma di servizio dalla quale, indietreggiando, era partito un colpo accidentalmente, senza ferire nessuno. Da vittima si è ritrovato a processo. Adesso un poliziotto di 41 anni, del reparto mobile di Senigallia, rischia una condanna a due anni e un mese. La richiesta è stata formalizzata ieri dalla Procura davanti al giudice Pietro Renna. La difesa del poliziotto, rappresentata dall’avvocato Corrado Canafoglia, ha fatto leva sul fatto che non c’è stato dolo nel gesto perché "l’evento è stato del tutto accidentale". Il giudice ha preso tempo rinviando per la sentenza al 17 dicembre. I fatti sono del 3 settembre del 2017, avvenuti a Marzocca. Padre e figlio, di 52 e 24 anni, erano dirimpettai di casa del poliziotto, che era solito lasciare la sua auto in un parcheggio tra i due palazzi che era ambito anche dal 24enne che avrebbe sporcato, con della vernice, la targa del veicolo dell’agente. Per un chiarimento i tre si sarebbero dati appuntamento in garage ed è lì che il 24enne avrebbe sferrato tre pugni all’agente. Il poliziotto avrebbe tirato fuori la pistola dicendo che avrebbe chiamato una volante. Padre e figlio si sono allontanati. Mentre l’agente indietreggiava è partito il colpo.

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