
I due esperti alpinisti anconetani soccorsi sui Sibillini durante la notte. Il 51enne è caduto per una quindicina di metri dopo il distacco di una roccia. Lei è riuscita ad attivare il dispositivo di sicurezza e a lanciare l’allarme.
Si sta arrampicando da primo di cordata quando si stacca un appiglio e precipita per 15 metri riportando dei traumi. Incidente sul Monte Bove, a Ussita, per un 51enne anconetano. Preziosi per lui il supporto della compagna di cordata, una 31enne sempre di Ancona, che grazie alla prontezza di riflessi è riuscita ad attivare il dispositivo di sicurezza evitando guai peggiori, e l’intervento dei tecnici Cnsas, durato dal tramonto alle 4.30. Il personale del Corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico Marche è stato impegnato infatti tutta la notte nel recupero dei due alpinisti, bloccati in parete sulla Quinta Piccola. La ragazza, dopo aver vincolato l’amico, ha subito allertato i soccorsi. Sul posto anche Francesco Gargano, capo stazione di Macerata che ha coordinato tutta l’operazione. "Siamo stati chiamati verso le 20 dalla centrale del 118 e dai vigili del fuoco – racconta Gargano – Ci siamo attivati, come da protocollo, con tutte le squadre. Inizialmente abbiamo chiamato il nostro elisoccorso, ma era già fuori per un altro intervento (non in montagna). Iniziava a farsi buio, così abbiamo attuato subito una collaborazione con l’Aeronautica militare". Contestualmente all’attivazione delle squadre del Soccorso alpino e speleologico, è stato richiesto così supporto al Centro operazioni aerospaziali dell’Aeronautica Militare, che ha inviato a supporto un elicottero HH-139B proveniente dall’83° Centro Sar del 15° Stormo; questo ha imbarcato due tecnici Cnsas e li ha sbarcati in vetta al Monte Bove. La prima squadra si è calata dall’alto sul ferito mentre le altre squadre (tra cui il capo stazione Gargano) hanno percorso l’avvicinamento via terra. Una volta raggiunti in parete, la 31enne è stata calata alla base della stessa, mentre il 51enne, una volta stabilizzato a terra grazie alle cure di un infermiere del soccorso alpino, è stato evacuato tramite una lunga verricellata insieme a un tecnico di elisoccorso. Con lui anche l’infermiere, che l’ha accompagnato fino alla base. L’alpinista avrebbe riportato traumi e contusioni al polso sinistro e alla caviglia sinistra (non dovrebbe trattarsi di fratture); nel volo ha anche battuto la testa, ma zaino e casco hanno attutito l’impatto: è rimasto appeso nel vuoto per circa 8 ore. Le squadre Cnsas e dei vigili del fuoco hanno riaccompagnato la ragazza al parcheggio mentre l’uomo è stato consegnato a un’ambulanza della Croce Rossa. "L’ambiente particolarmente severo con roccia resa fragile dal sisma 2016, la distanza di questa zona impervia e il buio hanno reso l’intervento lungo e complesso – prosegue Gargano – La roccia su questa parete dopo il terremoto è più franosa. Abbiamo operato con il pericolo di caduta massi dall’alto. Calare persone e stabilizzarle non è semplice, ma è il nostro lavoro. Siamo operativi 365 giorni l’anno 24 ore su 24 con qualsiasi condizioni meteo. L’altra sera il tempo è stato clemente comunque, non era freddo. L’alpinista ci ha ringraziato tante volte, anche pubblicamente. La compagna di cordata, illesa, è stata bravissima, ha collaborato molto con noi. È stata lei a chiamare e mettere subito in sicurezza l’amico. Ci siamo sentiti spesso al telefono durante l’intervento. Questa volta è capitato a due esperti. Purtroppo può succedere. Come una persona che guida bene ma può uscire di strada".